alti e bassi

Qualità della vita: in Bergamasca vivono meglio gli anziani, più di bambini e giovani

La classifica pubblicata da "Il Sole 24 Ore" fa emergere aspetti interessanti: primo posto in Italia per occupazione giovanile, male i pediatri

Qualità della vita: in Bergamasca vivono meglio gli anziani, più di bambini e giovani
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In Bergamasca vivono bene soprattutto gli anziani. Lo dicono i tre indici di Qualità della vita pubblicati oggi, lunedì 26 maggio, dalla testata Il Sole 24 Ore e resi noti in anteprima al Festival dell'Economia di Trento.

A differenza di quella generale pubblicata a dicembre 2024 e che aveva consacrato Bergamo al primo posto, queste tre classifiche misurano, ormai da cinque anni, le risposte dei territori (divisi per province) alle esigenze specifiche dei tre target generazionali più fragili e insieme strategici, i servizi a loro rivolti e le loro condizioni di vita e di salute.

Bergamo è 26ª per la categoria Bambini (0-14 anni circa), 31ª per i giovani (15-30 circa) e 14ª per gli anziani (65 e oltre), tre posizioni abbastanza alte e interessanti da analizzare sia nei bassi, sia nei picchi.

Sport e palestre molto bene, il resto...

Per quanto riguarda l'indice generazionale riferito ai bambini, la provincia di Bergamo risulta la terza in Lombardia, superata nettamente da Lecco, che conquista il primo posto, e Milano, al 18°. In questa categoria si trovano punte di eccellenza, come l'11° per l'indice "sport e bambini" e il 12° posto per "edifici con palestra", nonché il 19° sia in competenza numerica, sia in competenza alfabetica non adeguata (dati Istat anno scolastico 2023/2024 agli esami di terza media). In entrambi i casi, i bambini con capacità non adeguate si fermano a circa il 34 per cento, a dieci punti percentuali di distanza dalla media italiana.

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Male invece i pediatri, con 1,8 professionisti attivi ogni mille residenti 0-14 anni (contro la media italiana di 2,3), numero che porta la Bergamasca all'81° posto, e lo spazio abitativo disponibile, ovvero i mq medi per abitante del settore residenziale, fermo a 66,1 mq. Malissimo, ed è l'indicatore peggiore per questa fascia d'età a Bergamo, i progetti Pnrr per l'istruzione, che al 31 marzo 2025 (dati di Italia Domani) sono valsi il 92° posto.

La migliore per occupazione giovanile

Più omogenea la situazione per i giovani (31° posto nella classifica generale), i cui undici indicatori si fermano sempre tra la quarantesima e la sessantesima posizione, con alcune eccezioni. La prima è il dato sull'occupazione giovanile, che vale alla Bergamasca il primo posto in Italia. Secondo i dati Istat 2024, a Bergamo il valore è dell'1,7 per cento su una popolazione tra i 15 e i 34 anni, contro la media nazionale di 12. Bene anche le trasformazioni a tempo indeterminato, ovvero le variazioni contrattuali ogni mille abitanti (da rapporti a termine, stagionali, in somministrazione, intermittenti e apprendistato), che vedono la nostra provincia al 13° posto e l'imprenditorialità giovanile al 28°.

Il dato peggiore è il gap degli affitti tra periferia e città, che mette la Bergamasca al 72° posto. Male anche il dato dei laureati, sotto la media nazionale - con un 25 per cento contro il 28 per cento di media nazionale. Più alta della media italiana anche nella percezione di insicurezza, con un 31 per cento di ragazzi e ragazze over 14 che hanno paura di camminare da soli al buio di notte.

Gli anziani stanno meglio

Tra i tre indicatori, il posto più alto la Bergamasca lo raggiunge in quello destinato agli anziani, con il 14° nella classifica generale. Il dato migliore, in questo caso, è quello sulle malattie croniche, misurate come unità minime farmacologiche pro capite vendute (ipertensione, diabete, asma-Bpco): quarto posto in Italia. Bene anche le biblioteche, che per ogni diecimila residenti con 65 anni e oltre sono 9,8 contro le 6,3 nazionali (15° posto) e i posti nelle Rsa, ben al di sopra del dato nazionale con 27 posti disponibili ogni mille over 65 contro i 19 di media in Italia (27° posto).

Nonostante il buon posizionamento generale, c'è un dato che colpisce per la sua negatività, ovvero il consumo di farmaci per l'obesità, che riporta un dato non altissimo, ma decisamente sopra la media nazionale (103° posto) con 0,3 unità minime farmacologiche vendute pro capite contro 0,1.

Commenti
Claudio

Ma il Sole 24 ore non ha nulla di meglio da pubblicare anziché queste inutilissime classifiche?

Andrea

Se non siamo primi in nessuna classifica, come possiamo esserlo in quella generale?

Il Fustigatore

Beh…se lo dice il Sole24Ore

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