Il Conservatorio (o meglio, il Politecnico delle Arti) è nella bufera, tante note stonate
Il grave ritardo del bilancio preventivo crea problemi per l’acquisto dei Celestini. Accuse di allievi coreani, la difesa della Consulta

di Paolo Aresi
È un po’ come il tempo di questi giorni, a tratti nuvoloso, poi con temporali e schiarite. E magari poi un grande arcobaleno come è successo lunedì sera nella nostra città: potrebbe essere l’augurio per il Politecnico delle Arti di Bergamo che si dibatte in una situazione non propriamente facile, tra grattacapi di diverso tipo.
È notizia di qualche settimana fa la protesta degli studenti coreani, cui sono seguite altre rimostranze, anche con una lettera di studenti italiani che addirittura hanno chiesto il parziale rimborso dell’iscrizione.
Difficoltà pure di carattere amministrativo: il bilancio preventivo, che doveva venire approvato entro il 31 dicembre scorso (e quindi, dopo l’esercizio provvisorio, entro il 30 aprile), fino a pochi giorni fa non era ancora stato definito.
E non soltanto, la vicenda della nuova sede dei Celestini naviga in alto mare, anche a causa del ritardo del bilancio di previsione del Politecnico. L’ex convento dei Celestini è di proprietà delle suore Sacramentine che da due anni sono in attesa del perfezionamento della compravendita e che, a questo punto, potrebbero anche rivalersi per inadempienza.
Altra tegola è quella arrivata da Brescia: il Tar ha annullato l’atto di ammonimento all’ex direttore amministrativo, Corrado Boschiroli, che la questura aveva emesso a suo tempo.
Il vecchio direttore amministrativo aveva lasciato il Conservatorio a inizio 2024 per divergenze rispetto alla nuova responsabile del Politecnico delle Arti (...)