Dopo il dramma di Orio, i sindacati chiedono di potenziare la sorveglianza. Enac: «Nessun buco nella sicurezza»
Prima della tragica morte di Andrea Russo, c'era stata l'intrusione da parte di una persona, nascosta nel vano carrello di un aereo

La tragica morte di Andrea Russo all'aeroporto di Orio, avvenuta ieri mattina (martedì 8 luglio), con delle modalità che senz'altro hanno destato scalpore sia tra i testimoni che nell'opinione pubblica, per i sindacati dei dipendenti del Caravaggio è collegata anche a dubbie misure di sorveglianza. Un'opinione che si scontra invece con le dichiarazioni dell'Enac, per il quale invece, nonostante quanto accaduto, tutto ha funzionato da manuale e non si può fare alcun rilievo rispetto al presidio della struttura.
La tragedia sulla pista
Il 35enne, originario di Calcinate ma da qualche tempo residente a Mornico al Serio, secondo le ricostruzioni sarebbe arrivato nel parcheggio veloce, prendendo in contromano la rotonda, poi avrebbe abbandonato la sua auto.
Dirigendosi di corsa verso la zona degli arrivi, avrebbe allertato la polizia, che aveva notato il suo comportamento sospetto, ma sarebbe comunque riuscito a passare da una porta giungendo sulla pista degli aerei. Qui, inseguito dagli steward, avrebbe cercato prima di avvicinarsi a uno dei motori del velivolo, per poi in seguito raggiungere l'altro e andare così incontro alla sua drammatica fine.
La Cisl chiede di potenziare la sorveglianza
«Dobbiamo purtroppo registrare un drammatico evento accaduto all’aeroporto di Orio al Serio, dove una persona è morta dopo essere stata risucchiata dal motore acceso di un aeromobile. Nonostante la vicenda sia al vaglio degli inquirenti (pertanto attendiamo l’esito per capire realmente cosa sia successo) la vittima si è introdotta all’interno dell’aeroporto, percorrendo in senso contrario l’uscita normalmente utilizzata dai passeggeri in arrivo, eludendo il sistema di sorveglianza» ha commentato in una nota diffusa oggi (mercoledì 9 luglio) la Fit Cisl di Bergamo.
«Una volta entrato dall’uscita degli arrivi, sembra si sia diretto nella zona riconsegna bagagli e poi nel piazzale degli aeromobili, dove la tragedia si è consumata. Oltre a mostrare il nostro profondo cordoglio alla famiglia della vittima, riteniamo necessario interrogarsi sulla reale sicurezza dello scalo bergamasco, anche alla luce di quanto accaduto non meno di un mese e mezzo fa quando, come sindacato, avevamo già denunciato un altro grave episodio di intrusione».
In quell'occasione, una persona era riuscita a scavalcare la recinzione ed eludere il sistema di sorveglianza, rimanendo per molte ore nel sedime aeroportuale, per poi essere trovata durante il giro di ispezione che l’equipaggio opera prima di salire a bordo. Era nascosta nel vano del carrello dell’aeromobile.
«Anche in quell’occasione, dopo la denuncia dell’accaduto, avevano con forza sollecitato l’apertura di un Osservatorio sulla Sicurezza che chiediamo da tempo, ma anche allora siamo rimasti senza le risposte risolutive che ci aspettavamo.
Oggi speriamo di poterci sedere ad un tavolo e discutere seriamente dei temi della sicurezza, che vanno dalla tutela dei passeggeri alle problematiche che poniamo da tempo anche sulle aggressioni, che purtroppo subiscono i dipendenti, e che sono sempre più frequenti. Chiediamo al gestore aeroportuale e alle istituzioni di creare il prima possibile l’Osservatorio da noi richiesto ormai da troppo tempo».
Cgil: «Fatto gravissimo»
Una posizione molto simile a quella di Filt Cigl: «Quanto accaduto è un fatto gravissimo, che impone una riflessione immediata sulle condizioni di sicurezza dello scalo. Secondo quanto ricostruito, un uomo è riuscito a raggiungere la rampa – area ad accesso rigidamente controllato – e a entrare in contatto diretto con un aereo in fase di decollo, perdendo la vita. Un gesto drammatico, che solleva interrogativi seri sul funzionamento dei controlli».
Per il segretario provinciale del sindacato Paolo Turani, la struttura di Orio al Serio è ormai sovradimensionata rispetto alle reali capacità gestionali: «Il personale è insufficiente e non viene messo nelle condizioni di garantire la sicurezza, soprattutto in situazioni straordinarie come quella di ieri. Una persona qualunque è riuscita, in pochi secondi, a raggiungere una zona che dovrebbe essere assolutamente interdetta, mettendo a rischio sé stesso, i passeggeri e chi lavora sulla rampa».
Anche la Cgil segnala da tempo la necessità di potenziare il presidio e la gestione della sicurezza in aeroporto, ma lamenta come nulla sia stato fatto. Nel frattempo, il traffico cresce, così come le pressioni su chi lavora. «Il continuo ampliamento dello scalo comporta ritmi e carichi di lavoro sempre più difficili da sostenere, in un contesto operativo che non chiude mai. Questo ha ricadute pesanti sul piano dello stress, della tenuta psicofisica e della sicurezza complessiva del lavoro».
Enac: «Nessun buco nella sicurezza»
Nel frattempo, il presidente di Enac, Pierluigi di Palma, ha dichiarato che, nonostante in seguito all'accaduto abbiano chiesto una relazione al direttore territoriale, l'ente che rappresenta «non ha alcuna preoccupazione sulla sicurezza della struttura aeroportuale e del trasporto aereo», spiegando che avrebbero letto con attenzione il documento, ma «non emergono situazioni di difficoltà infrastrutturale. Il presidio di sicurezza ha funzionato e non ha mostrato buchi».