amaro in bocca

Multe alla gastronomia Mangili e ad altri commercianti. Interrogazione di Ribolla

I controlli della polizia commerciale hanno bacchettato molte attività, su norme che però non conoscevano: «Non era meglio un avviso prima?»

Multe alla gastronomia Mangili e ad altri commercianti. Interrogazione di Ribolla
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Ha fatto scalpore la vicenda cui è stato protagonista Angelo Mangili, commerciante di Bergamo Alta che da 71 anni sta dietro il bancone e proprietario della gastronomia che porta il suo cognome, lungo via Colleoni. Gli è infatti stata comminata una doppia sanzione dalla polizia commerciale che poco prima di ferragosto ha fatto visita al suo negozio, notando delle irregolarità.

Gli altri casi

E questo caso, segnalato dal Corriere Bergamo, non è stato né il primo, né l'ultimo, dato che sanzioni sono arrivate anche ad altri negozianti, per esempio al Mercato Equo Solidale e a La Caramellaia per stare sempre in Città Alta, ma altrettanto è successo anche in altre vie del centro nella parte bassa della città. Il fatto ha lasciato l'amaro in bocca a questi commercianti, multati per l'infrazione di regole che non erano loro chiare, che non conoscevano o non avevano capito come applicare correttamente.

L'interrogazione

Oltre ai soldi, per Mangili il colpo è stato quindi anche al suo morale, dopo una carriera da esercente sempre in regola da più di sett'anni: «Recentemente è passata in negozio la sindaca Carnevali complimentandosi e incoraggiandomi a non mollare, ma quando succedono cose così viene voglia di chiudere tutto».

Il consigliere comunale della Lega Alberto Ribolla, in un'interrogazione appena inviata all'amministrazione, nelle premesse, spiega che «diversi commercianti di Città Alta e di altre zone della città sono stati sanzionati dalla Polizia annonaria per irregolarità legate all’esposizione dei prezzi al chilo/litro e alla scadenza delle autorizzazioni delle insegne».

L'insegna

In questa descrizione rientra proprio Mangili, sanzionato per trecento euro per l'ingegna, una scritta in ottone, tra l'altro poco appariscente, ma dal grande valore affettivo per Mangili, dato che venne realizzata dalla figlia prematuramente scomparsa e per più di mille per non aver indicato il prezzo al chilo dei vini venduti. Questa seconda mancanza è stata il motivo delle sanzioni anche a La Carammellaia e al Mercato Equo Solidale per altri prodotti secondo quanto riportato da L'Eco di Bergamo.

La norma insidiosa

La trasgressione è legata a una norma precisa, il Regolamento 2021/2117 dell'Unione Europea che stabilisce come il prezzo al litro (o per unità di misura) debba essere indicato in modo chiaro e leggibile per tutti i prodotti alimentari, inclusi i vini. Questo significa che, oltre al prezzo finale della bottiglia, deve essere indicato anche il costo per unità di misura, come il prezzo al litro, quando il prodotto è misurabile (cioè il cui prezzo è calcolato in base alla quantità). Qualcosa che in realtà risulta un "in più" nel caso di prodotti magari già confenzionati e prezzati.

Ma un avviso?

Proprio alla luce della specificità della norma e dell'amarezza dei commercianti che non avevano intenzione di trasgredire, ma semplicemente non ne erano al corrente, Ribolla nella sua interrogazione chiede «se l'amministrazione non ritenga opportuno introdurre un sistema di avvisi preventivi (via Pec o altro mezzo ufficiale) per informare i commercianti delle imminenti scadenze autorizzative relative a insegne e vetrofanie» e «se non si ritenga più ragionevole, almeno per le prime violazioni formali e non sostanziali, prevedere un preavviso o una diffida prima di comminare una sanzione pecuniaria».

Le richieste del consigliere ricalcano quelle dei commercianti, che avrebbero preferito essere avvisati piuttosto che vedersi piombare una sanzione. Anche perché non sarebbe stato difficile per loro provvedere a mettere il prezzo al chilo.

Per le insegne

Ribolla pone anche una questione che riguarda in questo caso le insegne, più che i prezzi; «Se l'Amministrazione abbia già in programma una revisione del regolamento in materia di insegne e controlli annonari, per adeguarlo alle esigenze concrete degli operatori e ridurre il contenzioso».