Con un numero tale di assenze, perché da questo bisogna partire, è difficile inquadrare la gara con il Como di questa sera. A chi crede che si tratti di un alibi, solo una domanda: se togliete a qualsiasi altra squadra di Serie A gli equivalenti di Scalvini, Kossounou, Kolasinac, Bellanova, Zalewski, Scamacca e De Ketelaere oltre a De Roon e in attesa di capire Hien (Bakker, in questa lista, aumenta il numero ma non quello dei titolari fuori) cosa pensate che possa accadere? Sono 10 giocatori di movimento quelli che vanno in campo, l’Atalanta ne ha fuori 9.
Lo scenario sposta inevitabilmente le valutazioni del possibile risultato verso l’impresa. Perché vincere in queste condizioni sarebbe clamoroso, perché un pareggio avrebbe un sapore diverso dal “punticino” preso in casa e tutto va contestualizzato anche rispetto all’avversario. Che non è una squadretta da poco ma una realtà giovane e rampante capace di giocare in casa e in trasferta con lo stesso spirito e lo stesso piglio di chi non ha paura di proporre il proprio calcio. Sempre e comunque.
Ci aspetta probabilmente una partita di sacrificio, una di quelle gare dove lo spettacolo lo lasci un po’ da parte e punti ad arrivare al fischio finale ottenendo il massimo con quanto hai a disposizione. Nei giocatori, nella forza di chi scende in campo, nel momento in cui c’è un’occasione da sfruttare o un’altra da contenere.
Sarà una gara particolare, forse la prima di un certo tipo a Bergamo e con Juric in panchina. Il mister è un combattente, i suoi ragazzi regalano fiducia. Bisogna fare una grande partita, serve davvero una grande serata.