Ben 35 presenze in 36 gare (out solo con il Rakow): Djimsiti è l'insostituibile

di Fabio Gennari

Il concetto di pilastro, applicato a Berat Djimsiti, calza a pennello. Per la squadra orobica, il centrale albanese è un punto di riferimento assolutamente determinante, l'arrivo di Hien a gennaio e l'indisponibilità di Toloi e Palomino per diverse partite ufficiali sicuramente hanno favorito una presenza continua dell'albanese, ma uno score simile dimostra quanto il mister lo ritenga determinante. Esclusa la sfida con il Rakow in trasferta, Djimsiti ha collezionato 35 presenze in 36 partite, con 3.287 minuti giocati su 3.624.

Quando un giocatore resta in campo per il 90,7 per cento delle partite e gioca sempre da titolare (35 su 35 dal primo minuto, 31 su 35 in campo dall'inizio alla fine) è un segnale enorme di come la squadra e il reparto di riferimento siano costruiti praticamente intorno a lui.

Certezze granitiche da parte di un ragazzo che non va mai sopra le righe, si comporta da professionista esemplare e garantisce sempre un apporto di quei valori atalantini che sono lo spirito di abnegazione, la voglia di dare tutto e "la maglia sudata" che tutto il popolo atalantino applaude e sostiene.

Non bisogna mai perdere di vista quello che si è, nemmeno nei momenti in cui i sogni di gloria sembrano materializzarsi. Giocare a certi livelli, per una squadra come quella nerazzurra, non è né scontato né la norma: se lo spirito dei protagonisti più importanti resta ancorato all'umiltà e alla semplicità orobica, tutto il resto si apprezza ancora di più.

Berat Djimsiti ormai è un bergamasco d'adozione, la gente lo considera un simbolo e Gasperini dimostra con i fatti quello che pensa di lui. Il numero 19, quando la Dea combatte contro ogni avversario, è in mezzo al campo a lottare. Sempre.