Breve bilancio di fine ritiro Come sta cambiando la Dea

Breve bilancio di fine ritiro Come sta cambiando la Dea
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Si è chiuso con la doppia seduta di giovedì 28 luglio a Rovetta il ritiro in Val Seriana dell’Atalanta 2016/2017. Nelle amichevoli sono arrivate solo vittorie, qualche gol di troppo preso ha fatto mugugnare i tifosi più esigenti, ma ci sono due grandi temi che meritano di essere affrontati, ovvero che risposte sono arrivate dal campo e come procede le costruzione tattica della nuova Atalanta di Gasperini. Proviamo a rispondere a queste domande dopo aver visto parecchie volte il lavoro del mister di Grugliasco e consapevoli che siamo solo all’inizio di un percorso che sarà lungo e faticoso ma che si preannuncia estremamente interessante.

 

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Tanto lavoro, pochissimi intoppi e grande fiducia. Ben 22 allenamenti in meno di 20 giorni e 5 amichevoli tra le montagne di casa, un bagno di folla continuo con almeno 200, 300 persone presenti mediamente alle sedute e tanto lavoro sia con il caldo della conca di Rovetta che con il fresco che scendeva dalla Presolana. Il ritiro nerazzurro ha riservato tanti sorrisi e pochissime preoccupazioni. Dal punto di vista fisico, Gasperini ha subito solo il brutto infortunio di Suagher (il colpo era arrivato però a Zingonia) mentre per tutti gli altri ci sono stati solo problemi marginali. Migliaccio, Gagliardini, Spinazzola e Gomez sono rimasti ai box in qualche occasione per via dell’intenso lavoro fisico, Sportiello (che resterà nonostante qualcuno ancora ne dubita) ha dovuto rallentare un po’ per un affaticamento negli ultimi giorni e Toloi che ha subito un colpo alla caviglia ma ha recuperato subito. Solo Brivio ha dovuto fermarsi spesso per la metatarsalgia, infiammazione al piede che lo ha costretto a saltare quasi tutta la preparazione. Dei giocatori convocati, gli unici a salutare anzitempo il gruppo sono stati il portiere Radunovic e Cigarini, ceduti rispettivamente a all'Avellino (in prestito) e alla Sampdoria, mentre la rosa si è allargata con Zukanovic (dalla Roma) e Marilungo, reintegrato da Gasperini.

 

Carmona atalanta-brusaporto amichevole (4)

 

Giovani, vecchi e volti nuovi: Carmona è rinato. Dopo la partenza di de Roon e quella di Cigarini, gli occhi di tutti erano puntati sul giovane ivoriano Kessie. Classe 1996, il ragazzo ha fatto vedere fin dal primo allenamento di che pasta è fatto ed anche se i più scettici ricordano che non ha mai giocato in Serie A è giusto sottolineare come Kessie abbia dimostrato di avere tutti i mezzi (fisici e tecnici) per sfondare. Maglia numero 19 sulle spalle, con Dramè a fargli da fratello maggiore e i veterani a proteggerlo (preziosi i consigli di Raimondi e Migliaccio), Kessie ha confermato di essere una forza della natura e se smusserà qualche difetto tattico l’Atalanta avrà trovato un gioiello. Vicino a Kessie, con Kurtic e Gagliardini in crescita costante, è completamente rinato Carlos Carmona. Quasi un anno dopo i primi problemi accusati al fianco, il mastino cileno si è allenato sempre con grande intensità, non accusando mai il minimo problema. Se sta bene, uno come lui nell’Atalanta di Gasperini gioca sempre e per anzianità di servizio è quasi scontato che nella prossima stagione toccherà a lui indossare la fascia di capitano. Tra gli altri, buone impressioni da Caldara e Spinazzola, con Petagna che dovrà essere rivisto e Masiello che in difesa è sempre più un pilastro.

 

Atalanta-Lumezzane 5-3 amichevole 24 luglio foto Mariani (18)

 

La tattica: perché non serve un nuovo Ciga. Dal punto di vista tattico, il ritiro di Rovetta ha confermato che sta nascendo un’Atalanta tutta nuova. Il gioco dei nerazzurri sarà fatto di tanta partecipazione, velocità e soprattutto di un coinvolgimento molto pesante dei difensori centrali nella costruzione della manovra. In diverse situazioni, Gasperini ha chiamato all’attacco Toloi (spesso ha impostato centralmente) piuttosto che uno dei due centrali di destra e di sinistra. Senza esaltarsi per gli avversari incontrati e battuti, è bene dire come un’impronta di gioco già si veda. Per come intende il ruolo Gasperini, un nuovo Cigarini non serve. In mezzo al campo, con il centrale difensivo che sale per impostare, servono due mastini in grado di chiudere la diagonale quando si perde palla e pronti a far ripartire l’azione con velocità. Kurtic, Carmona e Kessie possono fare tranquillamente questo lavoro, soprattutto perché lì l’Atalanta deve giocare al massimo a due tocchi.

 

Atalanta-Chiasso amichevole 27 luglio 2016 foto Mariani (14)

 

Le ali, la palla a terra e lo spettacolo: Gomez leader. In tutte le esercitazioni proposte in ritiro, nei lunghi torelli e nelle innumerevoli partite a campo ridotto fatte disputare da Gasperini, si è visto chiaramente che il suo credo calcistico passa dagli scambi palla a terra alla massima velocità. I giocatori sono sempre stati chiamati a muovere il pallone in uno o massimo due tocchi. Il prossimo obiettivo è quello di far scegliere sempre la giocata migliore tra le 2-3 disponibili, ma in generale questo tipo di approccio garantisce una manovra molto piacevole. L’appoggio sugli esterni, ci sia il centrale in proiezione offensiva, l’esterno di mezzo o l’attaccante laterale, è costante e le sovrapposizioni regalano all’attacco orobico sempre almeno 5-6 uomini che attaccano la porta. Gomez è il leader offensivo perché dai suoi piedi, con tante linee di passaggio a disposizione, possono partire giocate decisive e i compagni lo seguono molto: Dramè da una parte e D’Alessandro dall’altra, ma anche i centrocampisti in appoggio non alzano mai la palla e si posizionano sempre per ricevere in avanti.

 

alberto paloschi

 

Paloschi, bomber di razza e "guastatore" perfetto. Tutte le valutazioni sulla difesa, intesa come fase di copertura difensiva, dovranno essere completate più avanti, mentre in attacco è già tutto molto chiaro. Alberto Paloschi, infatti, ha dimostrato negli allenamenti di non essere solo un finalizzatore alla Inzaghi, bensì un giocatore molto più completo. Durante una seduta prima di Atalanta-Chiasso, Gasperini, Gritti e Fumagalli hanno tenuto Paloschi sul campo per una mezz’ora abbondante. Il numero 43 è rimasto sempre in movimento e l’obiettivo era quello di provare e riprovare i movimenti per liberarsi dai difensori. Gasperini ha più volte invitato l’attaccante quasi ad abbracciare le sagome di plastica che si usano per simulare uno schieramento avversario chiedendo a Paloschi di liberarsi al tiro con il primo controllo partendo spalle alla porta, in modo da essere il più rapido possibile. La chiave di lettura è semplice: la generosità e le doti di "guastatore" di Paloschi sono conosciute, il percorso di crescita adesso passa da una serie di dettagli da attaccante smaliziato e navigato che possono completarlo e valorizzarlo ancora di più.

 

Gasp atalanta-brusaporto amichevole (4)

 

Mister Gasperini e il suo staff. Chiudiamo con Gasperini e i suoi uomini. La preparazione è cambiata radicalmente rispetto al passato e il lavoro è stato molto intenso. I giocatori stanno imparando giorno dopo giorno un nuovo modo di giocare e quando si dice che l’ex allenatore del Genoa è un insegnante di calcio non si sbaglia. Le sue sedute di allenamento sono molto interessanti, grazie ai collaboratori tutto è organizzato al meglio. Ma, rispetto a Reja ad esempio, la presenza di Gasperini al centro degli allenamenti è costante. Il mister non affida porzioni di allenamento a Gritti o Fumagalli, dirige sempre le operazioni. Non alza mai la voce, spesso osserva prima di commentare ed ha una attenzione maniacale per i dettagli. Prima di Atalanta-Chiasso, il tecnico ha provato alcuni movimenti sia di attacco che di difesa sui calci d’angolo. Contro il Lumezzane, la Dea ha subito gol proprio dalla bandierina e il mister ha voluto subito correggere il tiro. Provando e riprovando, il risultato è stato immediato: la rete di Kurtic contro il Chiasso, con taglio sul primo palo, è stata provata poche ore prima nello stesso identico modo.

Un grande merito di Gasperini in ritiro è stato quello di coinvolgere tutti senza distinzioni. Nelle partite amichevoli ha ruotato completamente gli uomini a disposizione; provando giocatori fuori ruolo ha fatto capire che non vuole lasciare al caso nessun dettaglio e soprattutto le sue valutazioni sono propedeutiche ad ottenere il massimo da chi è a disposizione, anche scegliendo pedine che quasi nessuno immaginerebbe in una certa zona di campo. Il cantiere è aperto e al campionato mancano 3 settimane: c’è da lavorare ma le premesse sono molto, molto interessanti.

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