E adesso, cara Atalanta, non mollare. C'è ancora la finale di Dublino da giocarsi
Per la terza volta in cinque anni, per la quinta nella sua storia, la maledizione della Coppa Italia si è abbattuta sulla Dea
di Xavier Jacobelli
Per la terza volta in cinque anni, per la quinta nella sua storia, la maledizione della Coppa Italia si è abbattuta sull'Atalanta, sconfitta dal gol di Vlahovic e dalla tattica vincente di Allegri. Difesa di ferro e contropiede: chiudendo tutti gli spazi davanti a Perin, i bianconeri hanno reso vani i tentativi della Dea, andata a sbattere contro un muro e progressivamente a corto di energie, essendo arrivata alla quinta partita in tredici giorni, alla cinquantaduesima di una stagione massacrante che da due mesi la vede giocare ogni tre giorni.
Applicando rigorosamente le direttive del loro tecnico, i bianconeri hanno meritato di conquistare il quindicesimo trofeo tricolore della loro storia (record assoluto), il quinto di Allegri (2015, 2016, 2017, 2018 e 2024), tutti con la Juve, altro primato assoluto. Con questo successo, Allegri ha portato a 12 i trofei vinti alla guida dei bianconeri, secondo solo ai 14 di Trapattoni e Lippi.
Determinante Dusan Vlahovic, alla diciottesima rete stagionale, autentica bestia nera dell'Atalanta, alla quale ha rifilato 6 gol in 9 partite: sarebbero stati dieci se il Var non avesse annullato il raddoppio per fuorigioco. Scatenato, il serbo si era pure procurato il rigore, negato da Maresca che non ha visto la ginocchiata di Hien al serbo e non è stato richiamato dalla videoassistenza di Lissone.
Pari nei legni (palo di Lookman, traversa di Miretti), l'Atalanta non deve deprimersi per la sconfitta: la squadra ha disputato una buona partita il cui esito finale non può comunque inficiare il giudizio sulla straordinaria stagione della squadra, attualmente quinta in classifica e finalista di Europa League il 22 maggio a Dublino contro il Bayer Leverkusen. Gasp ha pagato un pedaggio pesante all'assenza dello squalificato Scamacca proprio nella serata in cui De Ketelaere, mattatore della partita con la Roma, non è riuscito a ripetersi sugli stessi livelli. Preoccupano piuttosto le condizioni di de Roon, autentica roccia nerazzurra, costretto a uscire per il risentimento muscolare al flessore sinistro che rende problematica la sua presenza in Irlanda.
Ma una cosa è certa: se c'è un momento in cui l'Atalanta non deve mollare, è questo.
Proprio perché è più forte e farà la partita abbiamo più possibilità di vincere. Una domanda: era proprio necessario quello sponsor talmente sgradevole da rovinare la maglia?
Il Bayer è 100 volte più forte della Juventus.