L'editoriale di Xavier Jacobelli

Gasp è una iena, ma se continua a giocare così l'Atalanta andrà lontano

Gasp è una iena, ma se continua  a giocare così l'Atalanta andrà lontano
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di Xavier Jacobelli

Tanto beffarda è la sconfitta dell'Atalanta quanto preziosa è la sesta vittoria interna consecutiva del Bologna che ne legittima le ambizioni di Champions League. L'affermazione può sembrare paradossale, in calce al settimo ko nerazzurro in questo campionato, eppure, se continua a giocare così bene come ha giocato in casa della squadra più in forma del campionato, l'Atalanta andrà lontano.

Thiago Motta si è confermato uno degli allievi più brillanti che abbiano frequentato la scuola del maestro Gasperini. L'altro è Juric: in diciannove giorni l'uno e l'altro hanno battuto il loro mentore che, tuttavia, rispetto alla scoppola di Torino non ha motivi di dolersi con i suoi se non per l'episodio decisivo a sfavore. Sino al minuto 86', infatti, non soltanto la Dea non ha sbagliato nulla, ma ha giocato molto bene, sfiorando a ripetizione il vantaggio e creando un numero di palle-gol vistosamente superiore agli avversari. I quali, fra i pregi di una stagione tanto brillante, hanno la capacità di subire pochi gol (terza difesa del campionato: 12 i gol subiti) e di segnarne così pesanti da sottacere il dato numerico che li vuole meno prolifici rispetto alle altre pretendenti a un posto in Champions (Ferguson, alla quarta marcatura stagionale, ha portato a 21 il computo complessivo dei rossoblù. L'Atalanta, ad esempio, ha realizzato 28 reti).

Il fatto è che un confronto così equilibrato poteva essere spezzato o dalla prodezza o dall'errore di un singolo. E così è stato quando, sull'angolo di Orsolini, l'incertezza di Carnesecchi ha tratto in inganno Scalvini e, letteralmente, la doccia è stata scozzese. Gasp è una iena per il modo in cui è maturata la sconfitta e lo testimoniano le parole pronunciate su Dazn: «Ogni volta che parlate di Atalanta, finite solo per parlare di Europa. Allora facciamo così, vi tolgo io il problema: il nostro obiettivo è la Champions. Se arriveremo in Champions, avremo fatto bene; se andremo in Europa League, sarà stato normale; altrimenti sarà stata una stagione brutta. Per lo scudetto quest'anno niente, magari l'anno prossimo o tra due. Gli obiettivi sono dichiarati anche da parte mia ora. Almeno la chiudiamo, perché non c’è un giorno che voi non parlate di Champions».

L'amarezza dell'allenatore è la stessa dei tifosi, a cominciare dai 2.500 che l'hanno seguita in Emilia. Però, l'Atalanta è caduta dopo avere vinto 3 partite in 9 giorni, (Milan, Rakow, Salernitana) segnando 11 gol e incassandone 3. Di certo, il Lecce sarà un osso duro, però, se la squadra rialzasse subito la testa, il 30 dicembre chiuderebbe in gloria un anno splendido, scandito dalla sesta qualificazione alla coppa europea nelle ultime sette stagioni; dalla vittoria nel girone di Europa League con la qualificazione diretta agli ottavi che ha già assicurato 20 milioni di euro alla società e poi il sesto bilancio consecutivo in utile; i lavori che stanno marciando a tempo di record in Curva Morosini.

Per dirla con l'indimenticabile Lucio Dalla, le cui note sono risuonate oggi al Dall'Ara, l'anno che verrà porterà una trasformazione. E tutti quanti la stiamo già aspettando. Mòla mia, Atalanta.

Commenti
Molamia

Bastava risparmiare un paio di reti nelle ultime 2 partite e usarle oggi. Il povero Carnesecca è rimasto un’ora e mezza nel congelatore senza muoversi. Era semplicemente una statua di ghiaccio.

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