Parola del mister

Gasperini ricorda Pablito e prima della Fiorentina dice: «Adesso alziamo l'asticella»

Conferenza di presentazione della gara contro la squadra toscana di Prandelli per il tecnico della Dea che ha toccato parecchi argomenti

Gasperini ricorda Pablito e prima della Fiorentina dice: «Adesso alziamo l'asticella»
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di Fabio Gennari

Dopo la magica notte di Amsterdam, il tecnico dell'Atalanta Gian Piero Gasperini è tornato a parlare alla vigilia della gara con la Fiorentina e lo ha fatto con grande serenità dispensando anche parecchi sorrisi. Domani non ci saranno Pasalic (pubalgia), Ilicic (febbre e mal di gola), Miranchuk (in attesa di negativizzazione del tampone) e Caldara (tornerà tra 15-20 giorni), il resto del gruppo è completamente negativo ai tamponi e andrà in campo la miglior Atalanta possibile.

Mister, archiviata per qualche settimana la Champions League adesso si gioca solo in campionato.

«Non è che prima di non ci pensavamo a fare bene in campionato, ma è innegabile che in questi due mesi la Champions League ci ha tolto tante energie. La qualificazione si giocava in tempi più ristretti, mentre in serie A la competizione è più lunga. Non ci siamo mai tirati indietro. Da ora a fine febbraio si pensa solo a questo e alla Coppa Italia, sarà diverso».

Ci regala un ricordo di Paolo Rossi?

«Una parte della nostra gioventù che se n’è andata. L’ho conosciuto in un torneo a Firenze, giocò benissimo e poi la Juventus lo comprò subito. Era più grande di me, già nelle giovanili giocava da ala destra e poi è passato attaccante. Il gol di Muriel alla Paolo Rossi? Si, possiamo dirlo. Da ragazzo Paolo era davvero velocissimo, a 17 già si parlava di lui come un grande talento».

La sensazione è che il rischio più grande, in vista della Fiorentina, sia legato all'approccio alla gara. Concorda?

«Vale sempre questo discorso, se non approcci bene le gare rischi molto. La Fiorentina ha ottimi giocatori e credo che sia una buona squadra. A Milano hanno fatto bene, magari con il Genoa hanno invece fatto meno bene, ma stiamo attenti. Si vedono tante partite equilibrate, il blasone conta poco. Sarà una gara impegnativa e sotto questo aspetto ci prepariamo al meglio».

Cosa si porta dalla partita di Amsterdam?

«Ogni partita ti lascia qualcosa che ti aiuta a crescere e a migliorare. Personalmente è stata una partita molto diversa dalla gara di Liverpool, forse il fatto di avere due risultati su tre ci ha agevolato. Vado un po’ oltre il risultato, se faceva gol Klassen magari parlavamo di altro: abbiamo fatto bene tante cose, ma altre possiamo migliorarle. Sul piano tecnico, ad esempio».

I numeri dicono che oggi l'Atalanta è una squadra più "saggia" e meno travolgente.

«Bisogna cercare di leggere i momenti. Abbiamo giocato con grande continuità, all'inizio abbiamo vinto bene, ma arrivavamo dalla preparazione. In campionato ultimamente abbiamo fatto cinque punti in sei giornate, una media da retrocessione. Quindi si cercano nuove soluzioni, non è detto che siano definitive, ma valgono per il momento: dipende dal rendimento dei calciatori. Ad esempio, ora c’è Pessina che viene fuori così bene mentre altri magari sono un po’ più in difficoltà. Quindi ci adattiamo».

Ha già parlato con la società del mercato? Sfoltirà la rosa?

«Post qualificazione è stato tutto talmente piacevole che non ne abbiamo parlato (ride, ndr). Ho un gruppo che devo cercare di valorizzare al meglio, chiaro che le esigenze dell’Atalanta è di fare risultati e plusvalenze, ma devo dire che ora non abbiamo un obiettivo che non siano i 40 punti di cui parla sempre il presidente. Magari lo definiremo più avanti, se mi dicono di vincere lo Scudetto o la Champions io ci provo».

Com'è la situazione degli infortunati?

«Pasalic non sta ancora bene, Miranchuk è ancora indisponibile. Ilicic ieri non si è allenato per mal di gola e febbre quindi non ci sarà con la Fiorentina, Caldara si sta riprendendo abbastanza bene e nel giro di 15-20 giorni spero che possa aggregarsi e Ruggeri difficilmente recupera.  Malinovskyi? Pensavo di farlo entrare già ad Amsterdam, ormai va considerato recuperato».

Giocherete quattro gare in 10-12 giorni: andrà sempre in campo la migliore o pensa ad un po' di turnover?

«Cerco sempre di mettere la miglior Atalanta. Se mando in campo un giocatore è perché credo che stia benissimo. Staremo tutti alla pari, giocheremo sempre ogni tre giorni. Non sto pensando alla Juve ma solo a quella con la Fiorentina, certo che in questo momento magari provo ad allargare un po’ il gruppo dei papabili. Pessina si è guadagnato spazio, Romero ha fatto lo stesso e sono due certezze. Tutti hanno avuto in qualche modo una possibilità. Non faccio nemmeno troppa differenza tra chi gioca subito e chi entra dopo».

Sutalo può entrare nelle rotazioni?

«In questo momento non sta rispondendo come altri compagni, altrimenti giocherebbe di più. Le risposte sono sempre quelle che prendo in considerazione per le scelte».

Lunedì c'è il sorteggio, chi vorrebbe pescare?

«Se si giocasse al Bernabeu, direi certamente Real. Ce ne sono sei e faccio fatica a chiedere una o l’altra. Questa volta non mi esprimo e aspettiamo il sorteggio. Speriamo ci sia la gente. Evitare il Bayern? Direi di sì e anche il City, già incontrato. Basta fare il dentista. La cosa davvero crudele però è sempre la stessa, non poter portare in giro la nostra gente. È una cosa che resterà dentro per tutta la vita».

Muriel nei finali di gara è decisivo mentre sui 90 minuti fa più fatica: si può lavorare su questo aspetto?

«È una sua caratteristica quella di entrare nei secondi tempi con immediatezza ed esplosività. Lo so che se uno gioca dall'inizio si sente titolare, lui invece in questo è molto sereno. Sembra che se fai una sostituzione è una provocazione, voglio togliere questa mentalità: lui in questo è straordinario anche se ad esempio a Crotone ha fatto bene da titolare. Va bene sempre, se facesse questo per 90 minuti forse non giocherebbe nell'Atalanta».

Questa settimana sembra più rilassato...

«La partita di Amsterdam sapevamo da due mesi che era un traguardo. Personalmente pensavo che l’Atalanta in Europa League fosse già un grande traguardo. Ero abbastanza sereno per questo, questo traguardo per l’Atalanta è fondamentale anche per le possibilità di crescere. Farlo in Champions è straordinario, è una grande soddisfazione. Questo deve servire per dare una spinta. Io devo sempre alzare l’asticella e credo che bisogna alzarla in tanti».

Pensa che a Bergamo si sia alzata anche quella delle pretese per i risultati?

«Questo mi pare anche normale, una squadra che fa risultati con continuità poi succede che fai 0-0 con lo Spezia e magari ci sono mugugni. Si leggono i giornali, ci sono i vocali che per fortuna io ascolto poco. Fa più rumore un albero che cade un albero di una foresta che cresce. La mia asticella non è sui risultati, parlo di ricerca tecnica, preparazione fisica, atletica, tattica anche con moduli e atteggiamento diverso. Anche individualmente, se uno pensa di aver fatto il massimo è difficile andare oltre».

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