Prima del Cagliari

Gasperini tiene i piedi per terra: «Non puntiamo al triplete, diamo solo e sempre il massimo»

I grandi risultati degli ultimi anni hanno alzato a dismisura le aspettative, forse fin troppo per il tecnico: «Se si è sesti o settimi pare una delusione: non è così. Io sono molto soddisfatto di quello che stiamo facendo. Che bello vedere i tifosi a Zingonia mercoledì!»

Gasperini tiene i piedi per terra: «Non puntiamo al triplete, diamo solo e sempre il massimo»
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di Fabio Gennari

Sereno e sorridente, il tecnico dell'Atalanta si è presentato in conferenza stampa alla vigilia della gara di Cagliari facendo capire di essere davvero molto felice per la finale di Coppa Italia conquistata. Ha parlato dei tifosi, di Hateboer, del percorso in campionato e di come anche domani andrà in campo la squadra migliore.

Mister, complimenti per la finale. Ora si va a Cagliari, terza gara stagionale contro di loro.

«La soddisfazione per la finale è davvero tanta. Era un obiettivo sul quale siamo rimasti sempre concentrati, non era facile perché abbiamo dovuto superare ostacoli difficili come la Lazio e il Napoli, arrivare in finale e sapere che si gioca a maggio ci mette davanti un obiettivo forte. Adesso possiamo pensare con più attenzione al campionato, ci siamo presentati molto bene in appuntamenti decisivi e qualcosa in campionato abbiamo pagato, ora possiamo concentrare le energie anche sulla A visto che per il Real Madrid le motivazioni arrivano da sole. Ci sono 17 giornate, siamo stati capaci di restare aggrappati al gruppo, vogliamo migliorare per restare in Europa. Sarà complicata, non puoi permetterti cali di attenzione».

Ma si può lavorare su questo aspetto oppure è una cosa naturale con tante partite così concentrate?

«Credo sia fisiologico, un po’ per tutte le squadre. Pensare di fare sempre tutto al meglio è difficile, gli avversari sono molto agguerriti. Siamo inciampati quando avevano più riposo di noi. Oggi un pareggio nostro diventa un risultato negativo, una classifica da sesto o settimo posto sembra quasi una delusione. Noi siamo molto sereni, ci divertiamo a giocare e anche se qualche volta pareggiamo cerchiamo poi di reagire. Adesso sarà un po’ più lineare il percorso, a parte la Champions League, e quindi cercheremo di avere più continuità».

Facciamo un passo indietro: ci racconta le sensazioni che ha provato vedendo tutta quella gente a Zingonia mercoledì prima della partenza per lo stadio?

«Non siamo più abituati, ormai è un anno ed ero anche un po’ preoccupato per tutta questa gente. È stata una grande emozione vedere con quanto entusiasmo sono arrivati, abbiamo perso la dimensione del pubblico e sono mesi che non abbiamo piena contezza di quanto è grande la passione dei nostri tifosi. Lo percepiamo poco, magari sui social e con toni a volte troppo polemici. Quella manifestazione ci ha fatto rivedere per la prima volta così tanta gente assieme con grande entusiasmo, una voglia di starci vicino e un attaccamento incredibili. Speriamo di tornare presto ad avere gente negli stadi, ancora non ne siamo fuori ma senza pubblico vale tutto molto meno. Almeno la finale, speriamo che si possa avere qualcuno allo stadio, ma non dipende da noi».

Sutalo titolare in Coppa Italia ha sorpreso tutti: ce lo spiega?

«Doveva giocare con il Torino e poi calciando il terreno si è fatto male, pensavamo servisse più tempo invece è migliorato. È arrivato come centrale ma ha fatto altre apparizioni in quel ruolo da esterno. Anche in Under 21 viene impiegato come esterno ed era tra i papabili. C’era una contusione che si è risolta e visto che Maehle aveva dolore abbiamo mandato in campo lui e non il danese. Anche io mi aspettavo di poter contare su Maehle ma ha giocato quello che stava meglio».

Ora che la Coppa Italia è archiviata fino alla finale, c’è il rischio che la testa corra subito al Real?

«Noi non abbiamo mai avuto la testa verso altre gare. Però giocando 13 partite in 6 settimane, sfruttando anche molto il turnover, può capitare di fare meno bene. Con Napoli e Lazio erano partite fondamentali, gare secche. Magari dai qualcosa in più anche per il tipo di sfide. Con il Torino volevamo vincere e infatti siamo scappati sul 3-0. C’è una difficoltà oggettiva a mantenere lo stesso rendimento, magari con avversari agguerriti che arrivano alle sfide più preparati per i meno impegni. Da quello a dire che siamo messi male in campionato ce ne passa, noi proviamo a stare davanti in tutte le competizioni. Ma non puntiamo al triplete, proviamo a fare il massimo. Siamo molto soddisfatti di quanto stiamo facendo».

Come sta Hateboer?

«Per il Real non penso possa recuperare, speriamo di poterlo avere per la fine del campionato. Probabilmente non c’è da intervenire e stiamo cercando di recuperarlo nel giro di venti giorni o un mese. Però è una situazione un po’ a rischio».

Il Cagliari così in fondo in classifica fa strano...

«Vale il discorso fatto per il Torino, è strano vederli in quella posizione di classifica. Hanno dei valori. La stessa conferma di Di Francesco nonostante i risultati negativi mi sembra un grandissimo segnale. Di solito paga sempre l’allenatore, la società invece ha valutato la sua professionalità ed è una bella testimonianza di fiducia».

Come sta Maehle?

«Maehle sta meglio, ha tolto i punti e ieri andava molto meglio rispetto anche solo a martedì. Vista la situazione Hateboer, insisteremo su Sutalo da esterno come alternativa. Non che in mezzo non faccia bene, ma sulla fascia il rendimento è buono».

Pessina si sta rivelando un elemento davvero prezioso, il classico uomo in più…

«Da quando ha superato l’infortunio, è sempre stato un valore aggiunto. A me non può che far piacere la sua crescita, sono state tante le prestazioni positive, sia sue che di tutti: mi fa piacere quando fate fatica a trovare il migliore. Ha fatto due gol di grande qualità, rispetto a Napoli è stato determinante. Se inizia anche a segnare di più ne traiamo vantaggio, può giocare anche in mezzo al campo visto che davanti abbiamo un grande numero di giocatori. Abbiamo un certo equilibrio che sfruttiamo al meglio e gli altri li ruoteremo».

Zapata ha fatto gol e due assist, aveva bisogno di una gara così?

«Lui non ha saltato una partita, è forse l’unico giocatore sempre presente. Ha alcune caratteristiche molto importanti, a prescindere dal suo momento di forma e dal fatto che non può essere sempre al top. L’altra sera è stato determinante, il primo gol è un po’ fuori dai suoi schemi e poi gli assist sono stati perfetti. Lui è sempre positivo, il gol per l’attaccante è importante ma è un ragazzo sereno. Come Muriel. A volte fanno bene, altre meno, ma impegno e attaccamento sono sempre stati ottimi. Meglio quando va in campo dall’inizio? È una realtà. Quando entra dalla panchina è più difficile, Muriel entrando dalla panchina è uno specialista».

Quali sono le sue prime impressioni su Kovalenko?

«Si è presentato con una condizione un po’ da sistemare, era fermo da dicembre e sotto il profilo atletico ha qualche difficoltà. Sta lavorando molto, tecnicamente è un giocatore valido. Buona frequenza, buona tecnica, è un centrocampista ma non credo così offensivo. Può fare le due fasi, ci farebbe comodo inserirlo lì in mezzo al campo. Sa giocare, è lucido e deve crescere. Speriamo la prossima settimana di poter fare un’amichevole per vederlo anche meglio».

De Roon e Freuler, comunque, stanno avendo un rendimento incredibile.

«Quando sono in campo loro io sono tranquillo. Penso sempre ad avere dentro la squadra migliore possibile, spesso mi chiedete di Malinovskyi o di chi non gioca, ma mi piace parlare di chi va in campo. Perché se uno sta fuori significa che quello che viene scelto ha fatto qualcosa in più per giocare. Ho già detto molte volte che non mi servono troppi giocatori. Noi dobbiamo pensare a fare punti adesso e a centrare gli obiettivi, l’Atalanta in questo momento ragiona solo sul presente e non troppo sul futuro».

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