Il perno della difesa è Djimsiti, con lui e Palomino siamo coperti. Ma bisogna pensare al futuro
Il centrale albanese è un titolarissimo della formazione orobica. La sua prima alternativa è l'argentino. Entrambi, però, iniziano ad avere una certa età...
di Fabio Gennari
Provate a scorrerli: nei campetti di inizio stagione, quelli dove si ipotizzano gli undici titolari e si mettono in grassetto i nuovi acquisti, il suo nome non c'è quasi mai. Eppure, Berat Djimsiti, al momento fatidico, si ritaglia sempre uno spazio importante.
Il difensore albanese, nella Dea di Gasperini, è il pilastro centrale della linea a tre. Lui e Palomino come cambio: sono loro le soluzioni per la zona più complicata del pacchetto arretrato nerazzurro.
Il numero 19 non è più un giovanotto, l'esperienza lo aiuta tantissimo e se vicino ci mettete intelligenza tattica e il mestiere si capisce ancora meglio come mai le sue prestazioni condizionino così tanto il rendimento della Dea. A Roma, contro la Lazio, il ragazzo era reduce da un acciacco subito a Lisbona e la prova non è stata delle più brillanti. Succede, nessun dramma, avrà modo di rifarsi, ma è importante riflettere in vista del futuro.
Djimsiti è un classe 1993, proprio come Kolasinac, mentre Palomino e Toloi sono del 1990. In rosa c'è solo Scalvini (2003) che è davvero giovane, sebbene già con buona esperienza. Al netto di cosa verrà deciso per Okoli (cinque presenze da titolare su sei da quando è a Frosinone) e della crescita di Bonfanti (altro 2003 per cui Gasperini pare straveda e che attualmente milita nella Under 23), qualcosa già a gennaio bisognerà fare per iniziare a costruire il futuro del pacchetto arretrato.