Il viaggio a Boston è servito per ribadire concetti già noti e non per studiare nuove strategie
Il viaggio da Pagliuca è servito per conoscersi meglio, c'era poco da chiarire (al netto delle dichiarazioni ufficiali) e ora c'è molto da lavorare
di Fabio Gennari
Adesso che sono tutti tornati alla base, la questione è molto più chiara. Ci sono gli spifferi, ci sono le dichiarazioni ufficiali e quelle "dietro le quinte". Tutto va nella stessa direzione: l'incontro tra i vertici dell'Atalanta e Gasperini, avvenuto a Boston, è stata l'occasione per conoscere la realtà a stelle e strisce che fa capo a Pagliuca e, atalantinamente parlando, è servita per ribadire concetti, idee, progetti e aspettative che ogni giorno, in continuazione, sono oggetto dei confronti tra tecnico e dirigenza che animano il Centro Bortolotti.
Chi si aspettava un intervento chiarificatore con tanto di budget da decine di milioni sparato sul tavolo della contesa per comprare giocatori nel mercato di gennaio, probabilmente, si era fatto un film completamente avulso dalla realtà. Quello che serviva fare sul mercato era chiaro già prima di Atalanta-Inter ed è chiaro anche oggi, ovvero due settimane abbondanti dopo la sconfitta contro i milanesi. Gasperini, con le dichiarazioni a margine della sfida che ha chiuso la prima fase del campionato, ha certamente fatto rumore ma sono state mosse acque che erano tutt'altro che ferme.
A ben guardare, fa tutto parte del gioco. Modi e tempi hanno sorpreso un po' tutti e anche per tanti tifosi il contropiede è stato netto. A Boston, durante i tre giorni di visita che hanno permesso a tutti di scoprire molte cose interessanti in merito alla gestione sportiva (e non), l'Atalanta ha ribadito al suo allenatore che si lavora per mettere a disposizione del tecnico la miglior rosa possibile tenendo sempre in considerazione i parametri della buona gestione. E si chiede a tecnico e giocatori di ottenere i migliori risultati possibili. Come è sempre stato. Senza bisogno di dare un nome al sogno europeo o di chiedere qualcosa di grande: a Bergamo, i traguardi si cerca di raggiungerli senza sbandierarli.
Tanti tifosi si domandano: ma era proprio necessario andare fino a Boston per dirsi cose che ci si stava già dicendo o ribadire concetti già condivisi? Certamente sì, nell'ottica di una visione d'insieme del mondo dello sport come si porta avanti in Nba. Probabilmente no, se si pensava a una rivoluzione sul piano delle strategie e della gestione della squadra. Quella squadra che, nonostante tante assenze e senza praticamente mai la rosa (troppo larga?) al completo, è stata anche prima in classifica per alcune settimane. Le prossime settimane serviranno per capire chi è nel progetto e chi no, saranno importanti per cementare con il lavoro le idee di mercato che già ci sono e per aiutare a costruire l'Atalanta che verrà. Che non è stata decisa a Boston ma nasce molto, molto prima.