Il retroscena

Le dichiarazioni del Gasp hanno suscitato profonda irritazione ai vertici societari nerazzurri

Quale sia l’obiettivo societario è assodato, cioè ritornare in Europa. Altrimenti, perché la società avrebbe speso 100 milioni?

Le dichiarazioni del Gasp hanno suscitato profonda irritazione ai vertici societari nerazzurri
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di Xavier Jacobelli

Le Seychelles, dove raccontano sia andato in vacanza, distano da Bergamo 7.194 km. Eppure, nel mondo Atalanta rimbombano ancora gli echi delle parole post Inter di Gasperini, al culmine di un novembre nero, provvidenzialmente interrotto da una sosta che più lunga non potrebbe essere e nemmeno più provvida.

Sette vittorie e tre pareggi nelle prime 10 giornate; 4 sconfitte nelle ultime cinque e quelle dichiarazioni che, eufemismo, hanno suscitato profonda irritazione ai vertici societari e non sono ancora state digerite. Né dai Percassi né da Pagliuca, volato a Bergamo con il figlio Joseph per assistere alla supersfida con l'Inter e inopinatamente ritrovatosi testimone dello sfogo dell'allenatore.

Gasp dixit: «Non si può tenere il piede in troppe scarpe. Demiral e Zapata sono rimasti delusi dopo i cambi, non posso essere messo in condizione di andare contro di loro, mi hanno dato tanto. Puntare allo scudetto o puntare sui giovani? Basta che me lo dicano».

I meriti di Gasperini sono talmente giganteschi da averlo consegnato per sempre alla storia atalantina. Per questo, mai un allenatore a Bergamo ha goduto di tale e tanta fiducia. Ciò detto, contro l’Inter i giovani mandati in campo, intendendo come tali gli Under 21, sono stati Scalvini, Okoli e Hojlund: è davvero questo il problema? E non si era detto, quando si era primi, che l’obiettivo era starci il più a lungo possibile? Altra domanda: conoscendo bene Gasp, non è che ha detto quelle cose perché arrabbiato dopo la sconfitta e non avendo ancora smaltito le critiche per avere perso a Lecce schierando nove undicesimi diversi rispetto al Napoli?

Ancora: quale sia l’obiettivo societario è assodato, cioè ritornare in Europa. In Champions, ma andrebbero benone pure l’Europa League o la Conference League. Altrimenti, perché la società avrebbe speso 100 milioni? Se Zapata ha segnato soltanto un gol in 9 presenze; se Muriel uno in 7 e poi si è infortunato; se Toloi si è fermato di nuovo, non è colpa né di Gasperini né della società, la stessa che ha centrato il colpo Lookman, che ha investito 17 milioni su Hojlund e ha respinto il corteggiamento United per Koopmeiners.

Alle corte: per tornare in Europa è indispensabile l’unità d’intenti. Allenatore, società e tifosi: vince solo il gioco di squadra. Nel quale, non a caso, Gasp è maestro.

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