L'editoriale di Jacobelli

Inter avanti con merito, ma a Gasp chiediamo: perché il tridente non l'hai subito considerato?

L'Atalanta esce di scena con il demerito di essere stata troppo ordinaria, abituati come siamo a vederla fare spesso cose straordinarie

Inter avanti con merito, ma a Gasp chiediamo: perché il tridente non l'hai subito considerato?
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di Xavier Jacobelli

Niente da fare, è dal 1963 che l'Atalanta non vince la Coppa Italia e anche quest'anno la vincerà l'anno prossimo. Ma, stavolta, Gasp ci ha messo del suo. Può succedere. Per dirla con Orazio, quandoque bonus dormitat Homerus, cioè anche il grande Omero talvolta sonnecchia.

In soldoni, pure i grandi sbagliano. E tuttavia, la domanda s'impone: perché, grazie anche a un tridente che tutti t'invidiano, in gennaio ti lasci alle spalle 4 vittorie, due pareggi e 22 gol segnati, ma vai a San Siro e il tridente lo scomponi, ricomponendolo soltanto al 54'? E perché Zapata, purtroppo ancora lontano da quello che era, parte titolare a scapito di Hojlund che, invece, vive in stato di grazia?

L'Inter detentrice della Coppa entra in semifinale con pieno merito, grazie al colpo di biliardo di Darmian e a un'ottima prova di squadra. L'Atalanta esce di scena con il demerito di essere stata troppo ordinaria, abituati come siamo a vederla fare spesso cose straordinarie. Considerata la posta in palio, se c'era una partita nella quale non cambiare la formazione, era questa. Certo, la rotazione dei giocatori, la volontà di recuperare i due colombiani che contribuirono a suon di gol a costruire la precedente Dea Felix, eccetera eccetera. Ma, vivaddio, non si poteva fare il contrario? Non si poteva partire con la formazione schiacciasassi d'inizio 2023, con Boga, Lookman e Hojlund tutti insieme là davanti e poi, eventualmente, fare i cambi al momento opportuno?

Tra il serio e il faceto, Gasp ha tirato le orecchie a Lookman dicendo che, per il modo in cui è entrato, poteva stare fuori un altro po'. Probabile. Peccato però non averlo mandato in campo subito, per capire se poteva stare dentro molto più che un po'. Ora ci sono 18 partite e 54 punti a disposizione dell'Atalanta per entrare in Champions League, partendo dall'attuale quarta posizione. Ma basta turn over. Giochi sempre chi segna.

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