Il personaggio

Josip Ilicic a cuore aperto dopo il ritorno al gol: «Giocherò finché potrò stare in piedi»

Il ritorno alla rete in gare ufficiali con la Slovenia, i pensieri profondi che affiorano davanti alle telecamere e i taccuini, la voglia di essere ancora protagonista

Josip Ilicic a cuore aperto dopo il ritorno al gol: «Giocherò finché potrò stare in piedi»
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di Fabio Gennari

Al termine di Slovenia-Kosovo, gara terminata 2-1 con un suo gol su rigore ben oltre il 90', Josip Ilicic ha parlato ai microfoni dei colleghi di Ekipa (quotidiano sloveno) e in conferenza stampa, facendo alcune importanti dichiarazioni. Il campione numero 72 dell'Atalanta, con il ritorno al gol oltre otto messi dopo Valencia-Atalanta 3-4 (era il 10 marzo, poker al Mestalla), è ormai fuori dal tunnel che lo aveva inghiottito e ne parla a cuore aperto.

«Sapevo, in cuor mio, che sarei tornato. L'unico modo per uscire da tutto questo era amare il calcio, la famiglia e tutto ciò che mi circonda. La mia famiglia è stata il più grande sostegno. Non auguro a nessuno quello che ho vissuto, ma ora è alle spalle. Guardo avanti. Ogni cosa negativa ti rende più forte, migliore. Non ho ancora finito di fare cose belle nel calcio, il meglio deve ancora venire. Ora ho di nuovo iniziato a divertirmi. Mi rendo conto che non ho più chissà quanti anni di carriera davanti, ma voglio dare tutto per ciò che ho amato per tutta la vita: la palla, il campo. Ho ripetuto tante volte questa frase: "Ragazzi, se solo sapeste quanto è bello giocare a calcio…". Ce l'ho sempre in testa e rimarrà sempre con me. Giocherò finché potrò stare in piedi».

I propositi di Ilicic sono importanti, le motivazioni in queste situazioni diventano fondamentali. «Per me - ha detto lo sloveno parlando della Nazionale - questa è una famiglia. Torni a casa, combatti per il tuo Paese, per lo stemma, per la maglia. Giochi sempre con il cuore. L'ho detto anche a mia moglie: finché lo sento, finché i ragazzi hanno bisogno di me, finché posso, tornerò sempre. A un certo punto potrei anche aver pensato di ritirarmi per dare una possibilità ad altri ragazzi, ma mi sento ancora capace. Voglio una grande competizione, Europeo o Mondiale che sia. Farò di tutto per arrivarci. La squadra si vede nei momenti difficili. Così è fatto un gruppo, così si forma la personalità dei giocatori. Devo aiutare questi ragazzi ad arrivare a fare qualcosa di grande».

Prima di salutare tutti, il classe 1988 in forza alla Dea ha voluto ribadire un concetto già espresso qualche giorno fa durante la consegna virtuale via Zoom del premio Gasco con Tuttosport. ««Ho un grande desiderio per il 2021: vorrei che tutto finisse il prima possibile. Ovviamente parlo di quello che sta succedendo con il Covid-19. Mi dispiace per tutte le persone che sono state colpite, soprattutto per quelle che hanno perso il lavoro. Mi dispiace tantissimo per loro. So in che situazione si trovano. E vorrei davvero che finisse tutto il prima possibile».

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