Non ci siamo

La corsa in campionato della Dea è preoccupante: così si resta fuori da tutto

L'Atalanta si esalta solo in Europa, la corsa in A sta diventando sempre più lenta e impacciata: le coppe ora sono difficili

La corsa in campionato della Dea è preoccupante: così si resta fuori da tutto
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di Fabio Gennari

Adesso siamo ottavi. E dopo un girone di andata da record, dopo il quale tutti erano convinti che con un piccolo sforzo sul mercato e la proverbiale "primavera gasperiniana" alle porte si potesse addirittura lottare per lo scudetto, è evidente come il crollo sia totale. Ci sono tante cause, si può ragionare su diverse motivazioni, ma adesso è il momento di pensare solo a come invertire la tendenza. E giovedì, come ha detto anche Gasperini, è un giorno importante per capire cosa ne sarà della stagione atalantina negli ultimi 45 giorni di campionato.

In questo momento, Lazio, Roma e Fiorentina meritano più dell'Atalanta di occupare un post0 che vale l'Europa. Tutte hanno recuperato punti da gennaio in avanti, i giallorossi e i toscani hanno vinto lo scontro diretto in casa loro per 1-0 (anche se, soprattutto in Toscana, l'Atalanta è stata pesantemente danneggiata) e tra andata e ritorno la Dea ha fatto appena 2 punti sui 18 disponibili nelle sei gare giocate: troppo pochi.

Ciò che mette più preoccupazione è che all'andata il rendimento esterno era di alto livello e bilanciava gli inciampi in casa, ora invece l'Atalanta perde anche lontano da Bergamo con troppa frequenza e i filotti degli anni scorsi sono solo un lontano ricordo. Prendere atto delle difficoltà e cercare di chiudere al meglio una stagione sulla quale, a prescindere, bisognerà riflettere in modo molto profondo diventa la nuova sfida per i nerazzurri.

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