Non abbattiamoci

La delusione è tanta, ma dobbiamo rialzare la testa. L'Atalanta può crescere ancora

La gara con la Juve ha dimostrato che la Dea in alto lotta con merito. Manca davvero poco per vincere un titolo

La delusione è tanta, ma dobbiamo rialzare la testa. L'Atalanta può crescere ancora
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di Fabio Gennari

Rispetto alla finale persa a Roma due anni fa, questa è molto più spiegabile. Ci sono meriti e demeriti, dettagli arbitrali, ma rispetto alla sfida con la Lazio del 2019, a Reggio Emilia non è successo nulla di clamoroso. Fastidioso, certo. Ma non clamoroso. L'Atalanta ha perso 2-1 con la Juventus in Coppa Italia perché ha giocato bene solo metà della partita. Il primo tempo è stato di chiara marca nerazzurra, le occasioni sono arrivate, ma se al riposo sei 1-1 è una colpa, non una sfiga.

La delusione è legata al secondo tempo. Non perché non possa accadere di vedere la Juventus che mette sotto l'Atalanta (saremmo presuntuosi a pensarla diversamente), piuttosto per il fatto che la squadra di Gasperini ha dimostrato sul campo che è in grado di battere tutti. Juventus compresa. La finale è stata bella, alla superiorità dell'Atalanta nel primo tempo ha risposto quella dei bianconeri nella ripresa, ma i conti sono presto fatti: Buffon non ha fatto nessuna parata decisiva come quella di Gollini su Kulusevski, la Juve ha preso un palo e mentre Chiesa ha segnato il raddoppio per i nerazzurri non ci sono stati tiri nello specchio della porta. Ma nemmeno andati vicino.

Detto questo, però, i motivi per essere contenti ci sono. Brucia aver perso ancora, un trofeo questo ciclo lo merita, ma non è l'unica cosa che conta. Nella finale di Roma la Dea non piacque, ieri sera invece i nerazzurri hanno strappato consensi e questo è motivo d'orgoglio. Bisogna migliorare nei dettagli, nella gestione dei momenti della gara e soprattutto farlo quando le gare sono secche: finora Gasperini ne ha disputate tre in tre anni (Roma, Lisbona con il Psg e Reggio Emilia con la Juventus) e ha sempre perso.

Ora l'amarezza e la delusione devono lasciar subito spazio alla concentrazione in vista della gara con il Milan. Una partita che diventa importantissimo vincere per chiudere da secondi. Senza titoli? Verissimo, ma tutto il resto che serve per guardare avanti con fiducia c'è a Zingonia, come invece non pare esserci in tante altre realtà del nostro calcio. Come dice Gasperini, ci sono venti squadre e i trofei sono appena due. Ma la Dea può crescere ancora, magari capendo fino in fondo il perché di quel secondo tempo.

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