La domenica al contrario vissuta al Franchi: alla fine ha vinto chi ci ha creduto di più
In casa nerazzurra ci si interroga su cosa non sia andato a Firenze. Una gara che poteva e doveva essere molto diversa e invece lascia strascichi

di Fabio Gennari
Premessa: perdere in trasferta dopo 153 giorni può succedere, il risultato non è un problema, perché nel calcio bisogna sempre accettare il verdetto del campo. Soprattutto quando si affrontano a viso aperto squadre che hanno dei valori, compagini che ora sono a pari negli scontri diretti con la Dea, la quale è però avanti per differenza reti e gol segnati.
Detto questo, analizzando la partita contro la Fiorentina qualche ora dopo, è naturale pensare a come l'Atalanta abbia vissuto una "domenica al contrario" rispetto a quello che sarebbe servito. Sotto tanti punti di vista.
Il successo dei toscani è meritato. Nel primo tempo ha fatto meglio l'Atalanta, ma dalle parti di De Gea i bergamaschi sono arrivati con troppa poca precisione e decisione. Risultato? Nessuna parata del portiere di casa. Dall'altra parte, un errore di Hien a 50 metri dalla porta e frittata cotta e mangiata da chef Kean. Nel secondo tempo, quando ci si sarebbe attesi una reazione della Dea, non c'è invece stato quasi nulla da segnalare, con Carnesecchi che, invece, si è guadagnato la palma del migliore.
Non solo. Nel primo tempo dentro un tridente, nella ripresa fuori tutti. Perché Lookman e De Ketelaere non sono rimasti in campo? Perché, se non avevano i novanta minuti, non tenersi almeno uno di loro due per la ripresa?
Ultimo punto: la grinta su ogni pallone. Fagioli, Mandragora e Cataldi hanno spesso azzannato gli avversari in mezzo al campo, i nerazzurri lo hanno fatto poco. Ora che il sogno scudetto è tramontato, bisogna essere forti e spingere per conquistare un posto in Champions. Guai a pensare che sia un obiettivo minore, sarebbe davvero come ragionare al contrario.
A me pare che i giocatori non vogliano stare con Gasperini, di conseguenza non fanno ciò che dovrebbero, danneggiando la squadra.