L'editoriale di Xavier Jacobelli

L'importanza di Zapata, Koop e di crederci sino alla fine

L'importanza di Zapata, Koop e di crederci sino alla fine
Pubblicato:
Aggiornato:

di Xavier Jacobelli

Vale doppio la vittoria sulla Roma, perché ottenuta contro una grande squadra, semifinalista di Europa League e rivale diretta nella corsa alla prossima Champions League e perché, dopo cinque settimane, l’Atalanta è tornata a vincere in casa. Per la Dea questa era una partita da dentro o fuori: perderla avrebbe significato scendere dal treno per l’Europa; pareggiarla non sarebbe servito a nulla; vincerla bisognava ed è stata vinta. Da Atalanta, per la soddisfazione di un pubblico ammirevole nel sostenere la squadra dall’inizio alla fine.

Gasperini ha sparigliato le carte, schierando subito Pasalic e Zapata, giocando con il baricentro basso in attesa della Roma, grintosa e ruvida come piace a Mourinho. Giovedì scorso i giallorossi avevano firmato una splendida impresa eliminando il Feyenoord dopo una battaglia di 120 minuti e, inevitabilmente, hanno pagato un pedaggio allo sforzo sostenuto. Ma l’Atalanta ha avuto il merito di credere nella vittoria sino alla fine con un atteggiamento decisamente corroborante per le ultime sette partite.

Zapata non ha segnato, ma si vede a occhio nudo che sta sempre meglio ed è risultato il migliore. Accanto a lui, ancora una volta determinante è risultata la prova di Koopmeiners, l’autentico cervello dell’Atalanta, esaltata dalla grinta di Toloi e Palomino che, appena entrato, ha dato origine al gol del capitano. Più in generale, una prestazione così convincete alimenta le chances europee dei nerazzurri, di nuovo dentro la bagarre per l’Europa. È questo ciò che conta pensando al Toro di Juric, galvanizzato dalla vittoria in casa Lazio in una giornata, la prossima, caratterizzata dallo scontro incrociato Milano-Roma.

Adesso viene il bello, proprio quando l’Atalanta è tornata a fare l’Atalanta.

Seguici sui nostri canali