Animo ragazzi

Lo scoramento è comprensibile, le sentenze no: tifosi, guai a smettere di crederci!

I risultati e il trend della squadra non esaltano, ma nulla è perduto e in questi momenti viene fuori l'essenza del vero atalantino

Lo scoramento è comprensibile, le sentenze no: tifosi, guai a smettere di crederci!
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di Fabio Gennari

I risultati altalenanti, il cammino delle avversarie in Europa, il timore di vedere ancora una volta sfumare la qualificazione all'Europa sul filo di lana: sono gli ingredienti di un piatto che, scorrendo i social e parlando con la gente, pare abbiano mangiato molti cuori nerazzurri negli ultimi tempi, cioè spaghetti allo scoramento.

Difficile, francamente, argomentare in senso contrario. Le sensazioni che lascia la Dea nelle partite non sono quelle dei giorni migliori e quindi tutto va capito. Compreso. Accettato.

Detto questo, ciò che invece non si può accettare sono le sentenze: «Non andremo in Europa», dice qualcuno. Ma si tratta di una frase che, in questo momento, non si può sentire. Probabile che per la Champions sia tardi e che bisognerà guardarsi soprattutto le spalle, ma in questo momento, come da 29 giornate a questa parte, è la Dea a essere qualificata in Europa. Non chi insegue. E se il Bologna non batte il Milan, anche perdendo a Firenze e con la Roma la Dea resterebbe tra le prime sette.

Questo non significa essere positivi a prescindere, l'Atalanta finora ha perso metà delle partite del girone di ritorno ed è normale non sentirsi al sicuro. Però c'è ancora tempo per chiudere bene, lo stesso tempo che mette preoccupazione perché gli altri possono superarti è a disposizione per tenerli dietro.

Questa certezza deve essere il carburante della passione di chi, negli anni, ha sempre dimostrato di essere un valore aggiunto nei momenti difficili e non solo nei giorni di festa. A Bergamo, per chi ci crede davvero, conta l'applauso dopo una sconfitta più di quello dopo una bella vittoria. Guai a dimenticarlo.

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