Nuove alternative

Miranchuk, Malinovskyi e il nuovo Ilicic: non è questione di mercato, bensì di tempo

Sostituire lo sloveno è tanto complicato quanto rischioso se non si trova un clone, più logico trovare una strada per sfruttare al meglio le caratteristiche degli altri

Miranchuk, Malinovskyi e il nuovo Ilicic: non è questione di mercato, bensì di tempo
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di Fabio Gennari

La gara di Udine ha messo ancora una volta sotto la luce dei riflettori la questione relativa al vice Ilicic. Miranchuk e Malinovskyi non hanno convinto fino in fondo, di certo nelle posizioni d'attacco vicino al centravanti non è semplice giocare passando così spesso dal 3-4-1-2 al 3-4-3, ma sul piano tattico sono arrivate risposte diverse. Malinovskyi non ha demeritato per palloni giocati e movimenti, ma gli manca sempre qualcosa per essere decisivo. Miranchuk, invece, a volte sembra in difficoltà nella ricerca della posizione e questo non è un segnale positivo.

Servirebbe tempo in una stagione che non ne concede. L'ucraino ha anche un fastidio a livello di ernia che lo tormenta da diverso tempo eppure tiene duro e scende in campo. La matassa non è di semplice risoluzione, perché si intrecciano prospettive future, necessità di classifica attuali e voglia dei giocatori di essere protagonisti. Quello che più stupisce, però, è che in questa fase nessuno dei due giocatori riesce a fungere da vice Ilicic e nemmeno si ritaglia spazio per le sue giocate migliori.

Dove è finito il tiro poderoso di Malinovskyi? Perché le fiammate tecniche di Miranchuk (ammirate anche in Coppa Italia) non si vedono con continuità anche in Serie A? Domande lecite e risposte che tardano ad arrivare, ma il concetto di fondo è sempre lo stesso: esiste un vice Ilicic nel senso più pieno del termine? La domanda è legittima, perché piuttosto che continuare nella ricerca di una copia dello sloveno con il rischio di perdere tempo e partite, forse è il caso di trovare altre strade per sfruttare al meglio le caratteristiche dei giocatori che ci sono.

Non è necessario cambiare modulo, ma se con Ilicic nel 3-4-1-2 largo a destra davanti ad Hateboer si riescono a fare certi tipi di giocate, la bravura del tecnico dev'essere quella di trovare una strada per sfruttare al meglio le diverse caratteristiche degli uomini in rosa. La duttilità di cui spesso parla il mister vale per tutti, nel percorso di crescita forse i giocatori hanno bisogno anche un po' di essere accompagnati un po' di più dalla loro "comfort zone" a un ruolo più ampio.

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