Ai limiti dell'assurdo

Penalizzazione Juve, lo scandalo non sono i punti tolti ma i tempi della Giustizia Sportiva

Hanno ragione gli addetti ai lavori che sostengono come una punizione data a due giornate dal termine sia difficile da accettare

Penalizzazione Juve, lo scandalo non sono i punti tolti ma i tempi della Giustizia Sportiva
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di Fabio Gennari

Come al solito, tutti si accorgono che qualcosa non funziona quando a essere colpito è qualcuno di importante come la Juventus. Il problema è il metodo, non il risultato. Si è disquisito parecchio sui punti di penalizzazione inflitti ai bianconeri, ma in pochi hanno sottolineato come sia semplicemente scandaloso che si arrivi a una sentenza simile a due giornate dalla fine del campionato. E non per come sia cambiata la classifica, ma per il semplice fatto che sia cambiata.

Sono mesi che la situazione della Juventus è precaria, ora in Tribunale stanno decidendo di chi sia la competenza del processo, ma sportivamente la stagione si sta concludendo. Perché si è arrivati al 22 maggio, a dieci minuti dal fischio d'inizio di Empoli-Juventus, a decidere una roba del genere? Semplice: perché i paletti della Giustizia Sportiva entro i quali si sono mossi i decisori lo permettevano. Paletti che, in generale, non è che siano poi così stringenti, visto che i bilanci delle squadre di Serie A sono, molto spesso, un disastro.

Senza entrare nel merito di ricapitalizzazioni, fatturati e utili, c'è un fatto che appare incontrovertibile: quando sotto la lente d'ingrandimento ci finisce qualche faccenda poco chiara, l'attuale ordinamento sportivo non tiene minimamente conto del campionato in corso ma solo dei tempi tecnici.

Considerando che la decisione impatta prima di tutto su quanto accade in campo, però, c'è qualcosa che non va. La verità è che bisogna trovare un modo per agire prima e, soprattutto, evitando come la peste i finali di campionato.

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