Da quella torciata sulle Mura alla nuova campagna d'Europa

La domanda è solo una: vi siete resti conto che siamo ancora in Europa? A quasi tre giorni pieni dal pareggio con il Milan, con la partita di Cagliari sullo sfondo e un pizzico di rammarico per non aver vinto, i tifosi atalantini sembrano perfino un po’ intontiti da quello che è successo. Sissignori, non temete che sia un sogno e che qualcuno possa svegliarvi: l’Atalanta è tornata in Europa. Ammettendo che l’uso del tempo verbale presente potrebbe anche dare fiato al più pessimista dei pessimisti (per la matematica manca ancora qualcosina, però...), proviamo a ripercorrere per qualche minuto quello che è stato: aiuterà tutti a vivere al meglio l’ultima giornata di questo campionato.
Prima il quarto posto, poi le Mura infuocate. Sembra passato un secolo, ma appena un anno fa Bergamo toccava letteralmente il cielo con un dito. La sera di Atalanta-Milan terminata 1-1, con la qualificazione matematica all’Europa, c’è stato un corteo spontaneo fino in centro città. Quando il campionato si chiuse a Bergamo con il Chievo la festa allo stadio fu sancita da una spettacolare torciata sulle Mura di Città Alta che finirono “infuocate” con centinaia di torce rosso fuoco come la passione dei tifosi. Allora ne parlammo celebrando qualcosa di incredibile, qualcuno pensava che fosse addirittura irripetibile dimenticandosi che in quei momenti (e per i mesi a seguire) bastava solo godersi in pieno ogni istante senza pensare troppo al futuro. Ed ecco allora che in un batter d’occhio ci siamo trovati al tavolo delle grandi d’Europa dentro al Grimaldi Forum di Montecarlo per i sorteggi. Noi, piccoli grandi atalantini in mezzo a gente che parlava le lingue più lontane dal nostro dialetto, splendido compagno di viaggio.
Lione, Nicosia, Liverpool e Dortmund. Dall’urna del Principato è poi uscito un girone di ferro con Lione, Apollon Limassol ed Everton. «Non ce la faranno mai, l’Atalanta è destinata a uscire subito» dicevano i "ben informati", quelli che masticano calcio 24 ore al giorno sui canali più importanti. La verità è che non ci conoscevano, non hanno mai provato dentro la fiamma dell’orgoglio orobico e non sanno che dalle nostre parti anche il muro più alto, a colpi di cazzuola e con qualche moccolo, lo “tiriamo su” senza grandi problemi. Abbiamo preso aerei e bus per andare a dipingere calcio in Francia (in 2.400), a Cipro (in 800) e in Inghilterra (in più di 3.500) senza mai perdere e vincendo il girone con tre successi strappati a Reggio Emilia, dove solo i ciprioti hanno fatto gol. Ci siamo regalati i sedicesimi di finale, in più di ottomila abbiamo dato spettacolo al Signal Iduna Park di Dortmund salutando la competizione con tanta sfortuna e il cuore pieno d’orgoglio. Siccome siamo testoni, noi bergamaschi ci siamo rimessi al lavoro anche dopo la doppia semifinale persa in Coppa Italia con la Juventus e siamo tornati in Europa. Già, proprio lì dove nessuno pensava potessimo ritornare: «Sarebbe un miracolo», dicevano. E invece...
Si gioca ancora a Reggio, nessuna sorpresa. La piccola grande Atalanta ha fatto un secondo miracolo e, forse, è arrivato il momento di rendere onore a Gasperini e ai suoi ragazzi invece di pensare alla fortuna o al caso. Perché se ne avessimo avuta un pizzico in più, di fortuna, probabilmente adesso staremmo a ridosso di Inter e Lazio battagliando per un altro, incredibile quarto posto. Cioè Champions League. Di certo, comunque vada, al giovedì avremo ancora da fare mentre altri staranno davanti alla tv a vedere X Factor o Masterchef mentre noi giocheremo in casa a Reggio Emilia fin dai preliminari. Domenica sera alle 20 sapremo se saremo sesti o settimi, quindi se giocheremo dal 20 settembre o dal 26 luglio. Tutto questo in attesa delle sanzioni che verranno date al Milan dalla Uefa per i problemi finanziari (e attenzione che non ci sia qualche legnata sportiva che possa penalizzare il club, oggi nessuno può saperlo) ma comunque consapevoli che se anche toccasse giocare il 26 luglio nessuno, a Bergamo, si tirerebbe indietro. Abbiamo lottato per anni per la salvezza, vuoi che spaventi una trasferta in qualche campo sperduto dell’Est Europa in piena estate? Siam bergamaschi, non conosciam confine.