Se non son matti...

Quelli che non hanno saputo resistere e sono volati a Lisbona a tifare (fuori dallo stadio)

Quelli che non hanno saputo resistere e sono volati a Lisbona a tifare (fuori dallo stadio)
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di Angela Clerici

«Non ho saputo resistere, sono venuto qua ieri con mia moglie, non importa se non si può entrare allo stadio, noi siamo qui, vicino all’Atalanta, ci piazzeremo fuori dallo stadio stasera, con i cellulari e i tablet e non importa se non si può entrare. Questa è una città meravigliosa, siamo in tanti bergamaschi, non ci siamo soltanto noi». Francesco Marchesi sorride in questo bar della vecchia Lisbona, il famoso caffè “A Brasileira” dove veniva a scrivere e a fumare Fernando Pessoa, il grande scrittore: fuori dal caffè c’è la statua del poeta che non ha nulla di retorico: è in bronzo, seduto al tavolino, con il cappello e le gambe accavallate.

In questa mattina di mercoledì 12 agosto c’è un certo passaggio di turisti, bergamaschi compresi, che respirano il fascino di questi luoghi. Questa è la Lisbona del Portogallo imperiale dei grandi navigatori, una città talmente bella da fare concorrenza ai centri più suggestivi della nostra meravigliosa Italia. Francesco è di Bergamo, la moglie si chiama Anna Cassia, ha trentacinque anni, fa l’impiegata. «Abbiamo preso qualche giorno di ferie, abbiamo approfittato e siamo venuti. Questa è la partita della storia dell’Atalanta, come la finale di Coppa Italia del 1963 o la semifinale di Coppa delle Coppe con Mondonico allenatore e ancora di più, in realtà. Diciamolo che non c’è mai stata una serata come questa».

Bergamo si è mossa, contro la logica. Tanti bergamaschi sono qui, per queste vie, e ammirano la statua di Pessoa. I voli di oggi da Milano a Lisbona sono tutti esauriti. C’è chi parte con l’aereo delle 13.15 da Malpensa, chi prende il 14.35, sempre da Malpensa. Il volo dura tre ore, ma se ne guadagna una per via del fuso orario, per cui chi parte alle 14.35 arriva a Lisbona alle 16.30, per esempio. Il costo del biglietto è sui 250 euro, solo andata. C’è un volo, tutto esaurito, anche da Orio al Serio, con Ryanair che arriva a Lisbona alle 20.05: taxi e siamo fuori dallo stadio per l’inizio partita.

Anche Francesca Locatelli è di Bergamo ed è qui con il suo compagno, dice: «Mi dispiace per Ilicic, mi dispiace perché lui ci avrebbe dato almeno il dieci per cento di possibilità in più di vincere. Ma mi dispiace anche per lui, sarebbe stata una soddisfazione enorme per la sua carriera calcistica. Non dimentichiamo quanto ha significato Ilicic nella partita contro il Manchester United e contro il Valencia. Roba da pallone d’oro». Ora siamo nel famoso quartiere di Alfama, tra il castello de Sao Jorge e il fiume Tago che anticipa l’oceano. Si sente il respiro dell’oceano.

C’è qualcosa del nostro Sud in questa città, ma anche un orizzonte vasto, molto più vasto. Qui all’Alfama ci sono tanti turisti, nonostante il Covid, qui gira il piccolo tram giallo. Dice Francesca: «Non pensavo ci fossero così tanti bergamaschi, è una festa, nonostante questo maledetto Covid. Ma io penso che l’Atalanta farà una grande partita e, vuole sapere il mio pronostico? Io le dico che l’Atalanta vince e va in semifinale e che farà una grande partita, per tutti i tifosi che non sono più con noi e per Josip che spero proprio possa rimettersi». Francesca fa un sorriso, tira fuori un fazzoletto dalla borsa, ma è un foulard nerazzurro e lo sventola con il cielo che è di un azzurro profondo, che soltanto davanti all’oceano è possibile incontrare.

(Nella foto alcuni tifosi della Valle Seriana)

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