L'editoriale di Xavier Jacobelli

Questa Dea mòla mia orgoglio dei suoi tifosi e della sua Bergamo

Questa Dea mòla mia orgoglio dei suoi tifosi e della sua Bergamo
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di Xavier Jacobelli

C'è un solo aggettivo per definire la prova dell'Atalanta sul campo della Lazio dove ha colto un pareggio che vale una vittoria e l'aggettivo è Eroica, con la E maiuscola. Ricapitolando: causa
emergenza Covid, la squadra parte per Roma soltanto la mattina della partita, raggiunge l'albergo dopo tre ore e Gasperini deve preparare la partita dopo avere contato dieci indisponibili. Ha undici titolari contati, due in panchina reduci da infortunio (Mahele e Toloi) e, insieme con Sportiello e Rossi, accanto a lui e a Gritti ci sono Giovane, Olivieri, Panada, Sidibe e De Nipoti, tutti ragazzi della Primavera di Brambilla.

Dall'altra parte, c'è la Lazio del cannoniere Immobile che in casa non sbaglia un colpo. Scalvini, 18 anni compiuti in dicembre, debutta in A come titolare dal primo minuto, ma non nel suo ruolo naturale bensì come centrocampista aggiunto e deve marcare Milinkovic-Savic, uno dei migliori giocatori del campionato. Scalvini fa cose splendide.

Ancora: Miranchuk gioca un pessimo primo tempo, comincia a ingranare nella ripresa e però deve arrendersi per un infortunio muscolare. Nel finale, Gasperini lancia nella mischia il diciottenne Tommaso De Nipoti e il diciannovenne Alassane Sidibe, altri due ragazzi dell'eldorado Zingonia, come lo sono Piccoli e Scalvini.

In queste condizioni, i nerazzurri infilano il diciottesimo risultato utile consecutivo in trasferta. Di più: per la prima volta dal 27 agosto 2018, la squadra manda in campo dall'inizio cinque italiani su undici (Piccoli, Pessina, Pezzella, Scalvini e Zappacosta). Dite voi se questa Atalanta, che fuori casa in campionato non perde dal marzo scorso, non sia l'orgoglio dei suoi tifosi e della sua Bergamo. Questa è la Dea mòla mia, degna del suo allenatore Gian Piero Gasperini, detto Mòla Mai.

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