Nuove opportunità

Riflessione sui giovani dell'Atalanta: molti è meglio cederli in prestito per farli giocare

Nessuna bocciatura, semplicemente la necessità di trovare nuove soluzioni per permettere ai ragazzi di avere spazio e mettersi in mostra

Riflessione sui giovani dell'Atalanta: molti è meglio cederli in prestito per farli giocare
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di Fabio Gennari

In vista del mercato di gennaio, l'Atalanta dovrà fare delle scelte importati sia per il presente che per il futuro. Parliamo dei giovani, ragazzi che hanno già fatto un po' di esperienza tra Serie A e Serie B che, per motivi diversi, ora sono da piazzare in altre squadre con l'obiettivo di testarli con continuità ad alti livelli per poi riaccoglierli in rosa a partire dalla prossima stagione. La destinazione non va sbagliata, sia sul piano tattico che dello spazio che verrà riservato a chi arriva in prestito, magari secco.

Il nome più importante da gestire è quello di Caleb Okoli: il difensore centrale classe 2001 ha giocato tanto nella prima parte di stagione (13 presenze, 915' minuti, quindi l'equivalente di dieci partite intere), ma ora che Palomino è stato riabilitato dopo l'assoluzione dal Tribunale Nazionale Antidoping, visti anche i recuperi di Toloi e Djimsiti e la presenza di Demiral e Scalvini, una riflessione va fatta.

Se anche dovesse partire Djimsiti, Okoli sarebbe uno dei cinque difensori a disposizione e la sensazione è che, a oggi, per lui sia molto più importante andare a giocare. Dove? Verona, ad esempio, sarebbe una soluzione interessante, ma anche Cremona rappresenterebbe un ritorno al (recente) passato di ottimo livello.

Gli altri due ragazzi che vanno sistemati sono Zortea e Ruggeri. Per entrambi, l'opzione Salernitana non è da escludere (ci sono già stati l'anno scorso e sempre con lo stesso allenatore), ma si parla anche di Cremonese e di Empoli come possibili alternative. L'Atalanta, da quanto risulta, non intende perderne il controllo.

Anche in serie B ci sono situazioni da monitorare: Cissè, ad esempio, sta trovando poco spazio a Pisa e chissà che il suo futuro, da gennaio in avanti, non possa essere altrove.

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