Verso la Roma, dopo il caos. Gasperini: «Sembrava non servisse più a nulla giocare»
Il tecnico della Dea è parso molto colpito dal caso Super Lega. E non ha nascosto il proprio dispiacere. Ma c'è da pensare alla sfida con i giallorossi
di Fabio Gennari
È visibilmente colpito da quanto accaduto nelle ultime 48 ore il tecnico della Dea Gasperini. La Super Lega, prima nata e poi sparita nel breve volgere di due giorni, è uno spauracchio ormai disinnescato, ma il condottiero della Dea non l'ha vissuta benissimo.
Mister, ha avuto modo di pensare alla Roma oppure la questione Super League è stata predominante?
«Sono sincero, inizialmente questa cosa mi ha "sbarellato". Si pensa alla partita, ma questa cosa è chiaramente stata all’interno di tutti i discorsi. Ho sentito le dichiarazioni dei vari protagonisti che hanno parlato prima di me e c’è tanta ammirazione per loro. Ne abbiamo parlato tantissimo anche tra noi e le reazioni sono state forti, per tutti. Per fortuna adesso si gioca, è una partita importante e tutto questo ci regala ancora più stimoli. Domenica abbiamo vinto una gara difficile e combattuta, poi lunedì sembrava che non servisse più a nulla giocare. Ci siamo chiesti se il campionato fosse finito lì».
Che effetto le fanno le parole di Ceferin sull’Atalanta?
«Fino a due giorni fa non avevo sentito parlare molto di merito, è uscito dopo. Prima sentivo parlare di raggiungere obiettivi perché servivano per i bilanci, di raggiungere sempre più tifosi e cose simili. Di merito sportivo sono due giorni che ne sento parlare, speriamo che esca qualcosa di utile perché performance come le nostre non siano così rare. Che ci sia un sistema che possa permettere a qualche realtà più piccola di fare qualcosa di grande».
Con la Juventus avete vinto nel finale, ma con merito: l’aveva preparata così?
«Queste gare sono difficili, è stata una partita molto simile a quella con l’Inter. E lì abbiamo perso. Simile anche a quella di Madrid. Domenica invece è andata bene, sono gare molto equilibrate. Il mio intento era di vincerla, con i cambi abbiamo avuto coraggio e siamo stati premiati. La strategia era quella».
Come sta Hateboer? Pensa di portarlo a Roma?
«Si è allenato ieri e l’altro ieri e ha fatto bene. Non ha avuto un problema muscolare con pericolo ricaduta e se uno non ha più dolore, da questi infortuni recupera più velocemente. Atleticamente è a posto, ma ha bisogno di lavorare. Potrei anche portarlo, ma per scendere in campo credo sia la prossima la settimana giusta. Si punta al Sassuolo».
Prima del Milan all’ultima giornata, è la Roma l’ultima "strettoia" verso la Champions?
«Non credo, sarà difficile anche con le altre. Gli scontri diretti valgono di più ma bisogna sempre stare attenti, la domenica prima hanno vinto tutte. Con la Roma c’è un vantaggio importante, per loro è più difficile rientrare nel discorso quarto posto ma non per questo sono meno forti e meno difficili da affrontare. Questa è una gara di notevole importanza, per tutte e due. Loro stanno preparando una semifinale di Europa League e speriamo che vadano fino in fondo: dovessero vincere ci sarebbero cinque squadre in Champions League».
Dovesse vincere, per lei sarebbe la centesima vittoria in A con l’Atalanta…
«Speriamo di arrivarci, ma per arrivare tra le prime quattro serviranno più successi. Il secondo posto per noi sarebbe una grande cosa, è innegabile. Noi siamo sempre andati per gradi, prima si parlava di andare in Europa e ora, a sette giornate dalla fine, giochiamo per un posto tra le prime quattro: quello è il traguardo vero».
Ritroverà di fronte Cristante, Mancini, Ibanez e Spinazzola.
«Sono felicissimo per loro, hanno fatto un’ottima stagione e questo è uno dei motivi perché spero che la Roma possa avere successo in Europa League. Domani siamo avversari ma sono tutti ragazzi che hanno dato molto a noi, il legame è forte».
Un girone dopo, contro la Roma siete passati da -5 a +10 punti: le era mai capitato?
«Con i tre punti e le squadre così vicine è successo anche in passato che, appena una si staccava, perdeva un po’ di contatto. Se sei attaccato a un obiettivo forte hai motivazioni e una carica molto importante. Le motivazioni sono una componente molto forte. Noi abbiamo fatto una crescita netta di risultati con nove vittorie nelle ultime dieci, si è perso solo con l’Inter. Una striscia non facile nel campionato italiano».
Sente pressioni particolari per il fatto di essere davanti?
«La classifica è talmente corta che basta una partita per cambiare diverse posizioni. Sappiamo che il campionato è tutto da giocare, mancano sette gare e in questo momento non ha ceduto nessuno. Le prossime gare saranno ancora più belle da affrontare e da giocare. Non possiamo sperare che gli altri lascino punti per strada, bisogna solo pensare al nostro risultato».
Le tre squadre protagoniste del pasticcio Super Lega, secondo lei, saranno guardate in modo diverso da tifosi e addetti ai lavori?
«Non penso che ci si dimenticherà tutto. È stata bella la reazione della gente, dei loro stessi tifosi. Se ne parla da molto, ma quello che è accaduto è stato affrontato con reazioni forti. Quello che entusiasma la gente e che vogliamo tutti è il confronto sul campo. Tornare a parlare di merito è davvero un bel successo. Questo vale per tutti, anche per il mondo della comunicazione».