Tutte le espulsioni dell'era Reja Il vizio ci vede primi in Europa
La gestione dei cartellini - gialli o rossi che siano - è forse il più grande problema dell’Atalanta che Reja non è ancora riuscito a risolvere. E a confermare questo trend ci sono numeri tanto impietosi quanto incredibili. Sentite qui: in 29 giornate di serie A, tra il campionato scorso e quello attuale, il tecnico nerazzurro ha visto 14 espulsioni e 74 ammonizioni. Nello specifico, poi, solo nelle ultime tre gare l’Atalanta ha collezionato ben 5 espulsioni e 5 ammonizioni. Pazzesco.
Metà delle gare in inferiorità, Dea prima in Europa. Il dato è assolutamente fuori da ogni logica. L'Atalanta gioca una partita ogni due senza un uomo, e le 2,55 ammonizioni a gara rappresentano una situazione che va assolutamente risolta. Provate a pensarci: quando l’Atalanta scende in campo e vince, tutti sono contenti e soddisfatti del gioco e dell’approccio, ma il tecnico ha potuto lavorare senza intoppi per 90 minuti di fila solo in 17 partite su 29: parliamo del 58 percento delle giornate di campionato disputate. Al comando di questa speciale classifica ci sono Carmona e Pinilla (2 rossi a testa), gli altri che si sono distinti per aver collezionato cacciate dal campo sono Gomez, Biava, Avramov, Paletta, Toloi, Stendardo, Grassi, Migliaccio (record per l’espulzione più veloce dopo 32 secondi di gioco), Cherubin e Kurtic. Delle 12 gare finite senza uno o più uomini da quanto Reja è in panchina, l’Atalanta ne ha vinte 4 (Sassuolo e Palermo l’anno scorso, Roma e Palermo quest’anno), pareggiate 3 (Udinese e Napoli un anno fa, Sassuolo in questa stagione) e perse ben 5 (Torino 2014/2015, Inter, Fiorentina, Juventus e Chievo 2015/2016.
Record europeo, la maggior parte sono doppie ammonizioni. In Italia, l’Atalanta è sola in vetta nella classifica delle espulsioni stagionali davanti al Genoa (8 rossi), e a livello europeo il risultato è ancora più eclatante visto che nessuno tra Spagna, Inghilterra, Germania e Francia ha collezionato più cartellini rossi dei nerazzurri nel campionato attualmente in corso. Dal punto di vista squisitamente statistico, sono 9 le sanzioni subite per doppia ammonizione a fronte di 5 decisioni in cui il direttore di gara ha optato per la cacciata immediata: Pinilla contro il Torino e Avramov a Palermo l’anno scorso, Paletta a Firenze, Migliaccio in casa con il Palermo e Cherubin a Verona nel campionato in corso. E dal punto di vista arbitrale, è sicuramente Calvarese di Teramo il fischietto più attento a come si comportano Denis e compagni: ben 5 rossi sono arrivati per mano sua.
Perché tanti cartellini? Situazione inspiegabile. Ma la domanda che un po’ tutti si fanno è questa: come mai tanti cartellini per i giocatori dell’Atalanta? Disfattisti e complottisti vedono la Dea come elemento di fastidio per i grandi del calcio ma un simile ragionamento è francamente difficile da sostenere. È più facile cercare qualche spiegazione nel modo di giocare della squadra ma, anche qui, le difficoltà non mancano. I giocatori atalantini accorciano spesso sugli avversari e cercano l’anticipo, può capitare di incorrere nella prima sanzione ma una simile ripetitività di doppia ammonizione lascia pensare a poca lucidità una volta che l’arbitro ha già messo in chiaro la situazione. Impulsività? Difficile gestione dei “momenti” della partita? Poca attenzione? Probabilmente la ragione non è una sola e non si spiega con poche parole. Soprattutto perché in questa stagione, con la classifica ottima e senza pressioni particolari, i rossi sono in maggioranza: 9 a 5. "Colpi di follia" a parte (quelle di Kurtic e Cherubin a Verona sono certamente da considerare tali) emerge un quadro abbastanza chiaro. I giocatori della Dea non sono molto bravi nella gestione dei cartellini, a volte peccano di malizia e quando c’è da affondare il tackle (Carmona e Pinilla docet) non si tirano indietro. La tendenza è più marcata lontano da Bergamo (10 espulsioni su 14, 43 ammonizioni su 74) mentre in casa sono successi forse i 3 episodi più eclatanti. E uno non entra nemmeno nella statistica.
Pinilla e Migliaccio i più eclatanti, poi Denis negli spogliatoi. I due cartellini peggiori, dal punto di vista estetico, sono toccati senza dubbio a Pinilla contro il Torino nel passato campionato e a Migliaccio la scorsa settimana contro il Palermo. Il cileno, con la squadra sotto 2-1 e dopo un super gol in rovesciata, nel recupero finale ha bisticciato con Basha (Torino) e finì anzitempo sotto la doccia beccandosi la bellezza di 3 giornate. Migliaccio contro il Palermo ha rifilato un colpo (non violento) a Chocev nemmeno fossimo sul set di Karate Kid, ma se l’è cavata con una sola giornata. Ma il colpo di testa più grave di tutti capitò a Denis nella passata stagione, quando la sfida contro l’Empoli era finita da pochi minuti. Dopo aver segnato il gol del 2-2 in pieno recupero, al rientro negli spogliatoi ci fu uno scambio di battute con Tonelli, difensore toscano. L’avversario lo provocò, Denis reagì andando nello spogliatoio empolese e sferrando un pugno allo stesso avversario. Morale della favola? Ben 5 giornate di squalifica e tanti saluti.