A Zingonia

L'assurdità di non permettere ai professionisti di allenarsi nei centri sportivi delle società

Altre squadre magari sono messe peggio, ma per la Dea la situazione è paradossale: spazi enormi, campi e spogliatoi per tutti

L'assurdità di non permettere ai professionisti di allenarsi nei centri sportivi delle società
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di Fabio Gennari

C'è una domanda che, in attesa che venga sbrogliata la matassa relativa al "protocollo sanitario" in mano a Ministro dello Sport, Figc e commissione medica, sorge spontanea. Da lunedì 4 maggio sarà possibile uscire a correre e ad allenarsi al parco mantenendo la distanza di sicurezza: questo vale per tutti i cittadini, quindi anche per i calciatori. Dunque se Zapata, invece di sfondare il tapis-roulant, decidesse di uscire e allenarsi al parco o correndo in Città Alta, potrebbe farlo. Perché invece non vale lo stesso concetto per il Centro Bortolotti di Zingonia?

Nel Centro Sportivo della Dea ci sono sette campi da calcio e tredici spogliatoi a disposizione di 22-23 giocatori. Facciamo 25 con qualche ragazzo aggregato. Considerando una seduta al giorno di due ore da incastrare tra mattino e pomeriggio, ci sono almeno quattro fasce orarie disponibili: due al mattino, due al pomeriggio. Paradossalmente, ci sarebbe la possibilità per ogni giocatore della rosa di allenarsi per conto proprio, su un campo a completa disposizione e con uno spogliatoio tutto per lui. E avanza pure qualcosa per Gasperini o altri dello staff che volessero rimettersi in movimento.

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