L'inchiesta

A Bergamo e dintorni il traffico è un delirio. E la colpa è di una politica miope

L'assenza di visione ha mandato la circolazione in tilt. Aumentate zone 30 e Ztl, ma il trasporto pubblico è lo stesso di 10 anni fa. L'esperto Sonzogni e il piano smantellato

A Bergamo e dintorni il traffico è un delirio. E la colpa è di una politica miope
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di Wainer Preda

Le 8 del mattino. In viale Giulio Cesare la coda di auto va da piazzale Oberdan ai semafori dello stadio. Centinaia di veicoli in fila. Auto, pullman, furgoni e camion sfilano a passo d’uomo: un metro e frenata, un metro e fermata. Le facce rassegnate di chi guida fanno pendant con quelle dei passanti, “soffocati” dai gas di scarico del serpentone, una coltre marrone ben visibile sull’orizzonte.

Via Baioni, poco più in là. Stessa scena. Le due arterie d’ingresso da nord est sono un calvario. Tutta colpa delle rotonde di Pontesecco, dicono gli automobilisti. Così come è facile gettare la croce sul cantiere dall’autostrada per le code in zona sud. Troppe opere pubbliche impattanti, in contemporanea, è la doglianza. «In città non ci si muove più», dice vox populi. Difficile darle torto. Non c’è quartiere che non sia invaso da code. Per arrivare dalla periferia al centro nelle ore di punta servono 40 minuti. I bus restano bloccati. I ragazzi arrivano in ritardo a scuola. Gli impiegati tardi al lavoro. Chi cerca scorciatoie, ben presto si ritrova incolonnato. Sabati compresi. Insomma, sembra di essere dentro un vortice d’auto mai visto. Come se di colpo fossero raddoppiate.

«Eppure non è così - spiega il presidente dell’Aci di Bergamo, Valerio Bettoni -. Il numero di vetture in Bergamasca è aumentato, ma di poco. Siamo intorno al milione di veicoli motorizzati, grossomodo come prima». Il Piano urbano della mobilità sostenibile (Pums) del Comune di Bergamo conferma: «Il tasso di motorizzazione di Bergamo è di 60 auto ogni cento abitanti, elevato ma più basso della media italiana».

Colpa della raffica di opere pubbliche allora? «Per combattere il traffico si pensa sempre a nuove strade, nuove rotonde. Ma bisogna vedere se davvero servono», dice Bettoni, lui che con la sua giunta in Provincia inventò il tram delle valli e la superstrada che attraversa la Valseriana, di cui i clusonesi gli sono ancora grati.

Il numero di auto in circolazione è grossomodo lo stesso. E la concomitanza di opere pubbliche, alcune delle quali deleterie, è solo parte del problema.

Il piano Sonzogni della Provincia del 2004. In nero le opere previste ma non realizzate

«Quel che sta accadendo oggi - spiega Felice Sonzogni, ex assessore provinciale, luminare in materia di mobilità - è il risultato di anni di scelte disorganiche, prive di un disegno di mobilità complessivo. Mi spiego meglio. Per evitare il collasso del sistema viario, il piano territoriale che avevamo elaborato negli anni duemila in Provincia prevedeva molte opere ferrotranviarie. Avevano il compito di catturare la mobilità e sgravare le strade a favore delle auto. Ebbene, quel piano è stato disatteso. Negli anni successivi, la politica ha abdicato al suo dovere di far sintesi. Ci sono state un sacco di iniziative, lodevoli nelle intenzioni ma poco risolutive, senza un disegno globale. Semplicemente, hanno lasciato fare alle aziende. Solo che le aziende non fanno politica territoriale ma, legittimamente, i loro interessi. Di questo laissez faire oggi paghiamo le conseguenze».

Il piano smantellato

Quel piano provinciale faceva del tram il cuore del sistema dei trasporti bergamaschi. Prevedeva l’allungamento della linea T1 fino a Gazzaniga, in Valseriana. La T2 fino a San Pellegrino, in Valbrembana. I tram poi dovevano viaggiare sulla linea ferroviaria per collegarsi con l’Isola. Con Ponte, Levate e Dalmine. E a est con l’aeroporto, per proseguire fino a Romano di Lombardia.

Il piano Sonzogni della Provincia del 2004. In nero le strade previste ma non realizzate

Insomma, una rete organica, un sistema di trasporti unitario che avrebbe consentito a chiunque di spostarsi agevolmente in tutta la Bergamasca, da un capo all’altro, senza cambi. Con un mezzo attrattivo, convogli piccoli, ma frequenti.

Ebbene, realizzata in parte la T1 (...)

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Commenti
F.R.

Non è per assenza di visione, al contrario: è proprio per eccesso di visione, direi per visionarietà, meglio per ideologia. Un'ideologia sbagliata, dirigista, annichilente e inumana, ancorché tutta infiocchettata e travestita da fiorellini e uccelletti (e chi ha orecchie per intendere, intenda pure).

Carlo Grazian

Ha ragione Francesco Giuseppe! Io abito da pochi mesi a Grassobbio, prima vivevo a Sesto San Giovanni. Per carità, il traffico di Milano è noto a tutti, però non mi sarei mai aspettato una cosa simile a Bergamo. Mi sa che c'è un bel po' da lavorare per consentire alla gente di andare al lavoro senza dover pagare un tale scotto. Sperem...

Utente

Abito in Città Alta. Ho un’autorimessa. Ho venduto l’auto. Vado a piedi e uso quotidianamente i mezzi pubblici. Non è difficile. Tanti potrebbero farlo. Comprese le signore che accompagnano i figli a scuola. Non c’è bisogno di esibire nulla. Mamma scendono con me in funicolare con i bimbi che accompagnano a scuola. Credo che i bergamaschi siano molto arretrati in tema di mobilità sostenibile.

Francesco Giuseppe

Sig. Adriano, cosa c'entra l'opposizione con le code che facciamo tutti i giorni noi cittadini che lavoriamo? Nulla se non il fatto che le hanno create ed aumentate le ultime amministrazioni di Bergamo e Provincia. È stata la loro ideologia a togliere parcheggi ovunque, ad allargare a dismisura marciapiedi che non servono a nessuno e a piazzarci i tavoli dei bar (Borgo Santa Caterina docet) o a chiudere strade come via Leone XIII per regalare una "piazza" brutta ai VIP che hanno comprato gli appartamenti lì. Oppure a togliere la possibilità ai Bergamaschi di andare in città alta se non in bici o bus (chi fatica con le gambe...) e lo stesso in centro. Sono loro che hanno fatto pagare qualunque cosa, dai parcheggi privati ai parchimetri sempre più cari e sempre meno, riservando i posti per se e per gli amici. Son loro che stanno trasformando Bergamo e la Lombardia (i capoluoghi sono tutti in mano allo stesso partito), nella Pechino anni '70, con solo bici in circolazione e la "città proibita", centro e città alta. Parli dei cittadini che lavorano e subiscono le corbellerie delle piste ciclabili che tolgono parcheggi, come in via Don Guanella (10 posti in meno per residenti, utenti del Don Orione RSA e poliambulatorio e degli impianti sportivi), e potrei continuare con lo stadio dove si tolgono i parcheggi gratuiti (li vogliono anche con disco orario) per fare guadagnare Percassi; o si fa un inutile parco al posto dei parcheggi, alla Malpensata (parco che come al piazzale stazione sarà utilizzato per ben altro). No Bergamo e hinterland voglio scacciare i cittadini che si vogliono spostare liberamente.

Abramo Caslini

Dico che l'opposizione politica soffia sul fuoco come se loro avessero avuto visioni migliori . Le amministrazioni precedenti sono sempre state amorfe in ogni decisione e non hanno concluso nulla. Ora che vediamo dei cambiamenti sono con la bava alla bocca.

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