Abituiamoci all'erba alta a Bergamo: temperature più basse e meno zanzare
Iezzi e Turino sono i giovani agronomi che stanno collaborando con il Comune per introdurre in città le cosiddette aree a sfalcio ridotto
di Marta Belotti
«Ti piace il campo così, con l’erba alta, o preferiresti un prato di pochi centimetri dove ti puoi sdraiare con un telo a prendere il sole?». Risposta senza troppo pensarci: «La seconda». «Questo è il tema. Bisogna fare capire alle persone che l’erba alta porta con sé innumerevoli vantaggi e non comporta sacrifici per le persone. Anzi».
In questo breve scambio di battute con Giovanni Iezzi e Lorenzo Turino, agronomi di Ruralia studio agronomico, è racchiuso il cuore della questione sugli sfalci differenziati a Bergamo, ovvero quella tecnica per cui l’erba viene tagliata una, massimo due volte l’anno, invece delle sei consuete.
L’accordo con il Comune
Lo studio per il quale lavorano i due giovani professionisti (entrambi intorno ai 30 anni) gestisce e organizza gli interventi sul verde pubblico sul territorio del Comune di Bergamo. Il progetto delle “Aree verdi comunali a gestione differenziata o sfalcio ridotto” è iniziato lo scorso anno con l’allora assessore di competenza, Marzia Marchesi. Ora, nella nuova giunta insediatasi qualche settimana fa, l’assessorato all’Ambiente e al Verde pubblico è passato a Oriana Ruzzini, che, tramite il proprio profilo Facebook, ha già confermato la volontà di portare avanti il progetto.
Ha scritto: «La tendenza è e sarà quella dello sfalciare in modo sempre più differenziato, salvaguardando le erbe e le infiorescenze più preziose per gli insetti impollinatori. È importante curare i bordi delle aree per agevolare le passeggiate degli amici a quattro zampe, ma rendere gradualmente i prati sempre più fioriti è una buona prassi, piantando fiori, ma anche valorizzando e imparando ad apprezzare la flora spontanea».
Le aree a sfalcio differenziato
In totale, attualmente le aree a sfalcio differenziato in città sono una quarantina, sparse in 25 punti. Si trovano aree di questo tipo al parco Brolo dei Frati e Carlo Leidi a Longuelo; al parco Beata Cittadini di via Broseta; quattro zone lungo la Greenway; al parco Giovanni Raffaelli in via delle Cave; al Centro Sportivo e al parco Turani di Redona; al parco Suardi; lungo il corridoio ecologico; alla Trucca; nell’area verde di via Mozzoni e in via Barelli; nella zona del parco di via Spino; in via Tre Armi.
Questi spazi a sfalcio differenziato non rappresentano mai la totalità di un parco e sono ridotte rispetto al verde pubblico presente nella zona. Spesso, quando le aree sono estese, vengono creati anche dei sentieri con l’erba di pochi centimetri, tagliata con più frequenza appositamente per non rendere difficoltoso l’attraversamento. Così avviene anche intorno alle aree gioco.
Nel complesso, le zone a sfalcio differenziato rappresentano oggi il 2,7 per cento del verde di Bergamo (6,5 ettari), un numero ancora basso, ma in veloce crescita rispetto all’1,5 per cento dello scorso anno (3,5 ettari). «Abbiamo scelto un approccio graduale, perché siamo consapevoli del forte cambiamento a livello paesaggistico e di abitudine che questa modalità di cura rappresenta - sottolinea Turino -. L’obiettivo è arrivare al dieci per cento, ma con calma. La transizione va prima spiegata e capita».
Meno zanzare, più biodiversità
Numerose sono già state infatti le segnalazioni di residenti insoddisfatti nel vedere l’erba alta, interpretata come un segno di mancanza di cura e degrado. In aree di questo tipo, che si possono trovare nei parchi ma anche sulle rotonde, i bambini non possono giocare a pallone, la vegetazione viene lasciata crescere in modo spontaneo e la preoccupazione di molti è che lì possano proliferare insetti, come pappataci, zanzare o addirittura zecche. «Sfatiamo il primo mito: le zecche - riprende parola Turino -. Se non ci sono mammiferi di grandi dimensioni, come cinghiali o caprioli, che stanno in montagna, il pericolo non c’è. Per quanto riguarda zanzare e pappataci, in realtà le zone con l’erba alta sono quelle dove ce ne sono meno. Ci sono più insetti, è vero, ma anche più “cacciatori” proprio delle zanzare». (...)
Io non so come si faccia a raccontare tante stupidaggini verdi , addirittura da agronomi , troppo giovani . Prima di tutto,per parlare di lasciare crescere l'erba alta e i fiori, bisogna che oltre alla semina di un erba adatta ad essere tagliata alta , necessità anche una semina di fiori da campo, altrimenti i fiori non si auto producono da soli ( discorso riguardo alle api) . Purtroppo la maggior parte del verde pubblico e costituito da erbacce, quindi ,se l'erba non viene tagliata, invece delle api , arriveranno una serie di insetti dannosi e parassiti, per il fatto poi , che , le piogge causeranno ristagni d'acqua, le zanzare si moltiplicheranno a milioni , e nemmeno gli uccelli riusciranno a contrastare. In pratica, per riuscire nel progetto bisogna creare un verde adatto, altrimenti tutto si ridurrà nel solito e più realistico risparmio sui costi. Io nel mio piccolo, ho curato personalmente il mio prato per trent'anni, l'erba la tenevo alta 1.5 centimetri, era bellissimo, senza insetti, decorativo, bello alla vista. Ma i dementi di Bruxelles tra le tante demenzialità green, hanno inventato anche questa , erba alta , parassiti dappertutto, degrado visivo, pericolo per l'uomo e gli animali, insomma, non ne pensano una sana che sia una.
solo per risparmiare soldi... si riempono la bocca della "biodiversità" mavala'!!!! come in piazza Dante che invece di essere circondati da fiori ci sono i CANNETI!!!! Però paghiamo i"designer del paesaggio "... povera città o meglio povero centro!!! come cittadina vorrei un bravo giardiniere da buon senso.... ma ci sono ancora!?? e avete votato ancora sta Giunta!!!" chi causa il suo mal... pianga se stesso! "
I vantaggi sono stati bene evidenziati: contenimento delle alte temperature e delle zanzare, aiuto agli insetti impollinatori attirati anche dai colori dei fiori. I bambini possono giocare nelle parti rasate. Invece, purtroppo, l'erba alta potrebbe diventare ricettacolo di sporcizia e rifiuti, abbandonati da persone incivili: qui la natura non c'entra.
L' erba alta e secca è un ottimo combustibile per incendi, con una sola scintilla. Non è vero fhe si aiutano gli insetti, che non hanno bisogno di impollinare erbe inutili ed infestanti ed allergene. Si vuole trasformare i perchi in jungle per animali, escludendone gli uomini? I nostri avi tenevano le loro case ben distanti da piante e prati non curati, sapendo cosa vi si poteva nascondere, costruivano le città senza piante p, con strade lastricate per vivere meglio. Oggi si vuol tornare indietro? I vegetali di notte, emettono CO2 e assorbono ossigeno e vanno curati, non lasciati fare.
Si fa lo sfalcio differenziato nei prati e poi non ci si fa alcuno scrupolo a tagliare alberi d’alto fusto per fare spazio a quello scempio del cantiere della teb. Bravi, non c’è che dire…