Magagne

Bergamo, un turismo in coda (alla funicolare) e senza bagni: le critiche delle guide

I numeri sono ottimi. Ma attenzione: «Manca un’accoglienza adeguata per i gruppi organizzati. Così perdiamo il treno del 2023»

Bergamo, un turismo in coda (alla funicolare) e senza bagni: le critiche delle guide
Pubblicato:

di Andrea Rossetti

Dopo due anni di buio, il turismo torna a vedere il sole. Nei tre giorni a cavallo della Pasqua, in tutta la Bergamasca i turisti hanno occupato il 68,2 per cento di camere in più rispetto al 2021, con un tasso d’occupazione superiore del 18,6 per cento anche rispetto al 2019. Le mete privilegiate sono state il lago di Endine, la Val di Scalve e Città Alta. Per il ponte appena trascorso del 25 Aprile non ci sono invece numeri specifici, ma i dati non devono essersi discostati di molto visto il pienone che è stato registrato in molte località, a partire dalla città.

È l’anno buono

I dati diffusi la scorsa settimana da VisitBergamo, in collaborazione con l’agenzia InTwig, confermano queste buone sensazioni e sottolineano come già nel 2021 i numeri del turismo si siano positivamente avvicinati ai picchi pre-pandemici del 2019. Il 2022, quindi, dovrebbe essere il mese della definitiva ripartenza. E se il week-end pasquale ha dato i primi segnali positivi al riguardo, le previsioni per l’estate regalano ulteriore ottimismo: a oggi, il 18,9 per cento delle camere disponibili in provincia risulta già opzionato. Questo dato era pari al 4,9 per cento nel 2021 e al 18,6 per cento nel 2019. Tutti numeri che, ovviamente, soddisfano l’Amministrazione comunale di Bergamo (che sin dal 2014 ha fortemente puntato sul turismo come settore di spinta dell’economia locale) e albergatori, ristoratori e commercianti.

Problemi mai risolti

C’è però un’altra categoria che, pur “godendo” di questi dati, ritiene siano ancora molte le criticità su cui il Comune dovrebbe lavorare. Si tratta delle guide turistiche. «Che l’Amministrazione abbia fatto tanto è indubbio, ma ci sono problemi che purtroppo non sono ancora stati affrontati», spiega Paola Dolci, presidente dell’associazione Guide Turistiche Città di Bergamo. A sollevare la questione in maniera molto chiara è Barbara Savà, che è anche tour leader e che da oltre vent’anni opera nel settore: «Le statistiche che ha citato considerano solamente i turisti che arrivano a Bergamo e che ci pernottano. Non vengono minimamente considerati, invece, i tanti gruppi che visitano la città. Eppure si parla di numeri considerevoli, che fanno girare l’economia. In questo “settore”, se così vogliamo definirlo, le problematiche che c’erano non sono mai state affrontate o risolte».

Organizzare un tour a Bergamo - che poi significa, sostanzialmente, in Città Alta - è veramente difficile. «Non potendo più salire coi pullman, cosa anche comprensibile, l’unica alternativa è la funicolare - continua Savà -. Il che significa code. Attese lunghissime e dai tempi incerti, con la biglietteria che, soprattutto in settimana, fa orari scomodi (apre alle 9,30, ndr) e non accetta neppure pagamenti in carte di credito. E vogliamo poi parlare dei bagni pubblici? Praticamente non esistono. Alla partenza della funicolare non ce ne sono, all’arrivo in piazza Mercato delle Scarpe neppure, quelli in Piazza Vecchia dovrebbero aprire alle 10 ma solitamente aprono alle 11 (e ciò nonostante siano a pagamento), mentre quelli in via Lupo sono chiusi da tempo immemore, non si sa bene perché. Infine, c’è il problema dei biglietti per visitare i vari luoghi culturali e musei: Bergamo è una delle poche città che non prevede un biglietto unico. Non solo tutto è a pagamento, ma non è neppure possibile fare un ticket valido per tutto, cosa che crea diversi disagi».

Il cartellone pubblicitario su Bergamo sbagliato alla Borsa Internazionale del Turismo: mostra infatti la Cappella del Colleoni scambiandola però per la Basilica di Santa Maria Maggiore (foto Facebook della guida turistica Elisabetta Ronzoni)

Una visita a ostacoli

Queste criticità vengono confermate anche da Valentina Ronzoni, guida turistiche di Art-U, associazione brianzola: «Io opero soprattutto a Milano e in Brianza - spiega -, più raramente a Bergamo. Anche perché, mi spiace dirlo, ma organizzare una visita a Bergamo è logisticamente complicato. Un po’ per questioni meramente morfologiche, dato che Città Alta è... lassù; un po’ perché ci sono problemi evidenti che non sono mai stati risolti. Le potenzialità della vostra città sono enormi: è di una bellezza mozzafiato e, per certi versi, ancora poco nota. Ma prima che i turisti si accorgano di questa bellezza bisogna superare una serie di “ostacoli”. Non è possibile che sia così difficile trovare un bagno, ad esempio. O che su una visita di tre, quattro ore, almeno un’ora e mezza la si passi in coda alla funicolare. Certo, ci sono le scalette, ma non tutte le persone possono farle...». (...)

Continua a leggere sul PrimaBergamo in edicola fino a giovedì 5 maggio, o in edizione digitale QUI

Seguici sui nostri canali