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Centinaia di persone in piazza a Bergamo per dire no all'inceneritore della Montello

Ben 46 sindaci del territorio si sono uniti per contrastare la realizzazione del nuovo impianto. Ovazione per il sindaco di Bagnatica, Scarpellini

Centinaia di persone in piazza a Bergamo per dire no all'inceneritore della Montello
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Centinaia di persone hanno riempito nel pomeriggio di oggi (sabato 17 maggio) piazza Vittorio Veneto a Bergamo. A "guidarli", 46 primi cittadini e amministratori dei Comuni della provincia che si sono apertamente schierati contro la realizzazione del termovalorizzatore (volgarmente, inceneritore) della Montello Spa.

Sindaci, cittadini e militanti

Non era scontata una partecipazione così massiccia, come ha sottolineato anche Roberto Scarpellini, sindaco di Bagnatica, portavoce del fronte del "no" e nettamente il più applaudito tra coloro che sono intervenuti dal palco.

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Poco dopo le 15, a prendere parola è stata Claudia Colleoni, sindaca di Cenate Sopra, nominata moderatrice dell'appuntamento. Dopo un saluto ai presenti, l'Inno d'Italia è risuonato nella piazza. Poi, in quattro diversi gruppi data la corposa presenza, Colleoni ha fatto salire sul palco tutti gli amministratori locali che hanno aderito all'iniziativa e coloro che, seppur non toccati dal problema, hanno deciso di sostenere i colleghi, come il sindaco di Mozzo, Gianluigi Ubiali.

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I sindaci durante l'Inno d'Italia

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Claudia Colleoni, sindaca di Cenato Sopra, sul palco

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La folla presente

La prima cittadina di Cenate Sopra ha poi voluto ringraziare «di cuore» i tanti militanti e volontari che in queste settimane si sono adoperati per pubblicizzare la manifestazione, oltre che - ovviamente - perorare la causa dei Comuni contrari all'opera. Sono poi iniziati gli interventi.

Ruzzini: «Le cose stanno cambiando»

L'assessora Oriana Ruzzini durante il suo intervento

La prima a salire sul palco è stata Oriana Ruzzini, assessora alla Transizione ecologica, Ambiente e Verde del Comune di Bergamo. Proprio la decisione di Palazzo Frizzoni di partecipare alla protesta è stata motivo di orgoglio per le Amministrazioni del "no". E Ruzzini, dal palco, dopo aver portato i saluti della sindaca Elena Carnevali, ha rimarcato i motivi - già esposti in un'intervista al nostro giornale - per cui riteneva corretto esserci.

Ruzzini ha precisato che «non siamo contrari ai termovalorizzatori in generale, bensì a opere come questa, che non servono». S'è poi detta molto contente di vedere una piazza così piena per una manifestazione che, di fatto, parla di ambiente, sottolineando come sia la dimostrazione «di un processo nuovo, in cui i Comuni fanno rete per la salute e la vivibilità dei territori».

L'avvocata e il direttore dell'oasi Wwf

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L'avvocato Valentina Dini

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Enzo Mauri, direttore dell'Oasi Wwf Valpredina

Sul palco si sono poi succeduti l'avvocato Valentina Dini - dello studio milanese "Dini-Saltalamacchia. Giustizia climatica, ambientale e sociale" -, che sta appoggiando i sindaci in questa battaglia e seguirà con loro anche tutto l'iter burocratico, a partire dalla Conferenza dei servizi al via il 21 maggio, ed Enzo Mauri, direttore dell'Oasi Wwf di Valpredina, che si è rivolto direttamente ai vertici della Montello Spa per chiedere di ripensarci.

Scarpellini: la Regione dov'è?

Infine, l'intervento più atteso (e più acclamato): quello di Scarpellini. Il quale, in un discorso di un quarto d'ora circa molto incisivo, ha innanzitutto ripercorso tutti i passaggi della vicenda e ha poi sottolineato con orgoglio il fatto di essere arrivati a riuscire a organizzare a pochi giorni dalla Conferenza dei servizi una manifestazione così partecipata e sostenuta da un fronte così compatto e numeroso di sindaci.

Dopo aver toccato tutti i vari morivi per cui quest'opera, a suo parere, non s'ha da fare - anche lui ha detto che non è contrario ai termovalorizzatori in generale, ma a quelli come quello della Montello, «sovradimensionato e che prevede, per la comunità, solo costi e nessun beneficio» -, Scarpellini se l'è presa con la politica regionale, rea di stare consentendo la realizzazione dell'impianto attraverso una deroga alla legge in vigore.

Il sindaco di Bagnatica ha poi detto di augurarsi che la Provincia, il 29 maggio prossimo, si esprima in modo unanime contro l'opera, votando a favore della mozione che verrà presentata, e ha anche annunciato che, nel caso in cui l'iter per la costruzione dell'inceneritore dovesse procedere, lui e gli altri primi cittadini sono pronti a fare ricorso al Tar ed eventualmente anche al Consiglio di Stato.

Il supporto di Violi (M5S) e Casati (Pd)

Tra il pubblico, presenti pure Giuseppe Canducci (insieme a Ruzzini co-portavoce di Europa Verde Bergamo), l'ex consigliere regionale e oggi coordinatore lombardo del Movimento 5 Stelle, il bergamasco Dario Violi, e il consigliere regionale bergamasco del Pd, Davide Casati. Assenti tutti i rappresentanti (bergamaschi e non) di Regione.

Violi, pur dicendosi soddisfatto di vedere tanta partecipazione, s'è voluto togliere un sassolino dalle scarpe: «Per anni siamo stati trattati come dei visionari quando parlavamo di una gestione del rifiuto che non prevedesse l’incenerimento. La Lombardia non ha bisogno di nuovi impianti. Siamo contenti di poter scendere in piazza contro questo progetto, al fianco di sindaci e cittadini che oggi condividono le nostre posizioni. La grande partecipazione conferma che i territori non vogliono questo progetto, le istituzioni hanno ora il dovere di ascoltare e trarre le adeguate conclusioni».

Casati invece ha commentato: «Sono qui insieme a centinaia di cittadini e 46 sindaci perché sostengo la loro protesta e le loro richieste per fermare l’iter di realizzazione del nuovo termovalorizzatore. Regione Lombardia con gli impianti già attivi smaltisce più rifiuti di quelli che produce, quindi non ne servono di nuovi; è invece necessaria e urgente una nuova legge regionale e le conseguenti delibere di giunta per mettere vincoli e limiti che tengano conto degli impatti cumulativi delle emissioni in atmosfera degli impianti, per tutelare davvero l’ambiente e la salute. Basta deregulation appellandosi all’economia circolare. Serve un governo di questi processi per mettere al centro davvero lo sviluppo sostenibile delle nostre comunità».

Commenti
Luca

Non è un inceneritore. Serve a chiudere un ciclo di lavorazione interno all'azienda. Serve a trattare un residuo delle lavorazioni che avvengono all'interno e che oggi vengono portate fuori con 10-12 TIR al giorno. Il tutto con impianti rinnovati e di ultima generazione. E' scritto in tutte le salse in ogni documento della Montello spa. Se c'è una cosa che sicuramente la Montello spa ha sbagliato è non dialogare con i territori.

Luca

E ma a Napoli sono così, non vogliono l'inceneritore ma pretendono che gli portino via l'immondizia. E ma a Napoli non vogliono l'inceneritore e hanno l'immondizia per le strade. L'immondizia di Napoli la portano a Brescia o in Germania e noi paghiamo. Bisognerebbe lasciargliela sotto casa l'immondizia.... Ah no, non siamo a Napoli questa volta, però ai 46 comuni che non vogliono il termovalorizzatore l'immondizia sarebbe da lasciarla in strada. In alternativa una bella discarica nell'oasi valpredina...

Milvia

Saranno andati tutti a piedi fino in centro x non inquinare l'aria e salvaguardare l'ambiente? O ci sono andati in macchina, causando traffico e smog?

Volantex

Speriamo bene... In quanto a Regione Lombardia, sappiamo tutti con chi abbiamo a che fare. Mi ricordo e vorrei ricordare a tutti che alle elezioni del febbraio 2023, Nembro ed Alzano rinnovarono la fiducia verso la coalizione di centrodestra dopo tutto quello che successe tre anni prima. IO non dimentico.

Alberto

La Regione cosa farà? Se ne fregherà di decine di migliaia di cittadini (i 46 sindaci rappresentano tutti) o metterà freno all'ennesimo scempio ambientale?

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