Che strano: nessuno vuole più la Bergamo-Treviglio, ma Regione ha dato l'ok alla gara
Comuni e realtà economiche e sociali hanno espresso molte perplessità sul progetto, che nonostante questo procede
di Angelo Bosio
Strano destino quello dell’autostrada che dal Trevigliese dovrebbe raggiungere il casello della A4 di Dalmine, detta anche - impropriamente - autostrada Treviglio-Bergamo. Strano destino perché era nata per raccordare una parte della provincia con la strada Pedemontana che doveva arrivare fino a Osio, strada che a Osio non arriverà più e che seguirà un tracciato molto diverso. Strano destino perché mentre pare che nessuno più la voglia sul territorio (Comuni, Provincia, imprenditori…) il suo iter avanza.
Proprio in questa settimana è arrivato il via libera della Regione alla gara «per l’aggiudicazione della concessione per la progettazione, costruzione e gestione» dell’autostrada. Via libera alla gara. Che poi dovrà venire bandita da Cal, Concessioni autostradali lombarde, una società che per metà appartiene all’Anas e per metà ad Aria Spa, a sua volta controllata al cento per cento dalla Regione Lombardia. Insomma, Cal è un “ente concedente”, forte dei poteri che gli sono stati trasferiti da Anas riguardo alle «procedure di affidamento, realizzazione e gestione di autostrade». Che, per ora, sono la Brebemi (Brescia-Milano), la Pedemontana Lombarda (per ora esiste la tratta fra il raccordo con la A8 presso Cassano Magnago e la ex statale 35 a Lentate sul Seveso) e la tangenziale est esterna di Milano (Teem).
Il presidente della Provincia di Bergamo, Pasquale Gandolfi, non appare sorpreso dalla notizia del “via libera”, tuttavia sulla realizzazione dell’infrastruttura schiaccia il piede sul freno. Ha detto: «Il territorio sta compiendo una grande riflessione su questa opera, in molti si domandano a che cosa serva, se abbia una concreta utilità. E quando dico territorio non intendo soltanto i Comuni, ma anche le realtà sociali ed economiche. Penso anch'io che occorra un pensiero molto attento, una nuova analisi».
La posta in gioco è alta, il rischio è di “bruciare” chilometri quadrati, ettari ed ettari di territorio agricolo inutilmente. Anche perché è quasi ultimata la variante di Verdello, il nodo più difficile del collegamento fra Treviglio e Bergamo. E si parla di una riqualificazione della restante strada, con ulteriore beneficio al traffico e ai tempi di percorrenza. (...)