Bimbo morto per un batterio al Papa Giovanni, confermato in Cassazione il risarcimento ai genitori
Il piccolo era nato prematuro e per questo era ricoverato nel reparto di Terapia Intensiva Neonatale, dove non superò il 22esimo giorno
Morì nel 2013, a 22 giorni dalla sua nascita a causa di un processo infettivo provocato dal batterio della Serratia marcescens, e per questo i genitori del bambino, nato prematuro e ricoverato per questo nel reparto di Terapia Intensiva Neonatale del Papa Giovanni di Bergamo, sono stati risarciti. A stabilirlo la sentenza della Corte d'Appello che condannò l'Asst al risarcimento dei danni in favore dei genitori del neonato: 180 mila euro per ciascun genitore oltre agli interessi legali. Ora questa sentenza è stata confermata anche in Cassazione.
Una sentenza ribaltata
Il Corriere Bergamo riporta la spiegazione dell'avvocata Emanuela Foligno, esperta di contenziosi in tema di responsabilità professionale medica: «La Asst ha allegato di avere predisposto i protocolli per la prevenzione di infezioni correlate all’assistenza, ma non ha provato di averli specificamente applicati nel caso concreto». Per questo, solo in primo grado il Tribunale di Bergamo rigettò ogni domanda risarcitoria, perché dal procedimento penale, conclusosi con l'archiviazione della notizia di reato, erano risultati rispettati gli ordinari standard di prevenzione delle infezioni ospedaliere da parte dell'Asst, . L'Appello aveva per questo ribaltato la sentenza.
Risarcimento già avvenuto
In una nota ospedaliera si legge che «i genitori del piccolo paziente, che hanno visto largamente ridimensionate le loro originarie pretese risarcitorie hanno ricevuto, già da tempo, direttamente, da parte della compagnia di assicurazione che l'Asst ha immediatamente coinvolto per gestire il sinistro, il pagamento».