Cosa dicono i numeri? Che a Bergamo si nasce poco, si invecchia bene, si è più soli
Più che raddoppiati (dal 1987) gli over 80, diminuiscono i ragazzi. Una rarità le famiglie composte da cinque persone
di Paolo Aresi
Ma lo sapete qual è il quartiere più popoloso della città? E quello più invecchiato? E il più giovane? E lo sapete quanti ragazzi c’erano a Bergamo nel 1987 e quanti ce ne sono oggi? E i nomi dei cittadini, e i cognomi? Tutte notizie che potete trovare nel nuovo Bergamo in Cifre del Comune, strumento statistico varato in una forma nuova nei giorni scorsi, che dovrà diventare un contenitore di tutti i numeri della città, e magari della provincia.
Ora, guardando nel sito, troviamo che al 31 dicembre dello scorso anno Bergamo aveva 120 mila e 960 abitanti e che il quartiere più popoloso era quello del Centro-Sant’Alessandro con 9.821 abitanti, seguito a ruota da Borgo Palazzo-alle Valli con 9.655 residenti. Al terzo posto, ben staccato, arrivava Loreto dove abitano 7.190 persone. Il quartiere più piccino è Grumello del Piano con 1.878 abitanti, cioè l’1,6 per cento della popolazione della città.
Ma riprendiamo in considerazione la città nel suo intero. Come tutti sappiamo, l’anno passato è stato terribile, il Covid ha mietuto tante vittime. Alla fine dell’anno, i morti erano 1.999, un numero ben più alto della media. Si consideri che nel 2019 i morti in città erano stati 1.415 e che nel 2018 furono 1.320. Una differenza forte, che riporta alla pandemia: si considera che i decessi in più siano stati circa seicento, che significa circa il quarantadue per cento in più rispetto al 2019.
Se i morti sono aumentati drammaticamente, le nascite sono invece cadute ancora più giù: 761 sono i bebè della nostra città, il numero più basso da sempre. D’altro canto l’andamento è discendente da molti anni, esattamente dal 2012 (compreso) i nati sono sempre al di sotto dei mille per anno. Lontani i tempi del boom demografico quando (erano i primi anni Sessanta) si arrivò a sfiorare i duemila nati nell’arco di un anno.
Che ci sia un’emergenza sul tema della natalità, il nostro giornale lo sta denunciando dalla sua nascita (appunto), nel settembre del 2016 e lo ha fatto più volte. Non ci resta che essere contenti del fatto che finalmente anche il mondo politico sembra essersi accorto di questo disastroso fenomeno. Disastroso perché il dimezzamento delle nascite significa, a cascata, dimezzamento dei giovani, dimezzamento dei lavoratori nelle diverse professioni e via dicendo.
Infatti, la città sta invecchiando in misura impressionante. Gli abitanti sopra gli ottant’anni erano 4.029 nel 1987 mentre oggi sono la bellezza di 10.686. Più che raddoppiati. Che, da un lato, è un fatto molto positivo perché indica che la speranza di vita si è allungata. Abbiamo oggi tanti ottantenni in buona forma, che vivono in maniera indipendente e serena. Ma, d’altro canto, l’aumento percentuale di questa popolazione significa che i giovani stanno diminuendo.
Infatti, se andiamo a guardare altre fasce di età, ne abbiamo la conferma puntuale. Oggi, la fascia fra i diciotto e i trentanove anni, cioè i “giovani”, è formata da 28.878 persone. Se andiamo indietro di trent’anni, scopriamo che i “giovani” erano 37.843 (dato del 1987). Novemila persone in più. Siamo passati da una società relativamente giovane a una Bergamo decisamente anziana. Anche sulla fascia under 18 abbiamo perso terreno: i ragazzi erano 20.648 nel 1987 mentre oggi sono 18.036, circa duemila e seicento in meno. Non pochi.