Una bella novità

Da via Tre Armi attraverso la cannoniera: quel nuovo viottolo che ci porta in Città Alta

Conclusi i lavori del breve tracciato che porta all’imbocco della Cannoniera di San Giovanni per poi sbucare sulle Mura

Da via Tre Armi attraverso la cannoniera: quel nuovo viottolo che ci porta in Città Alta
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di Paolo Aresi

Sono soltanto quaranta metri, ma sono importanti perché aprono uno scenario nuovo nelle Mura della nostra città e completano un percorso pedonale di grande fascino. Il nuovo camminamento che da via Tre Armi raggiunge la sortita, la “porticina” del baluardo di San Giovanni, è ormai pronto e l’inaugurazione potrebbe essere questione di una manciata di giorni.

I lavori sono stati eseguiti con grande dovizia a cura dell’architetto bergamasco Paolo Belloni e del suo studio. Un semplice camminamento, un sentiero largo tre metri e mezzo, ma sviluppato secondo un progetto su cui la Sovrintendenza ha posto una particolare attenzione: il passaggio parte da via Tre Armi, costeggia il baluardo di San Giovanni fino alla sortita da dove si entra (o si esce) per raggiungere la cannoniera, luogo di suggestione, dove gli ingegneri veneziani avevano posto le aperture difensive per il fuoco dell’artiglieria sulle ipotetiche truppe nemiche che si sarebbero scagliate contro la città e i suoi bastioni (cosa che nella realtà non avvenne).

La cannoniera è stata riaperta al pubblico un mese e mezzo fa, il 30 marzo, e da allora è visitabile al sabato, alla domenica e nei giorni festivi dalle 11 alle 17. Questo luogo era stato ritrovato nel 2009 dopo duecento anni di abbandono, su iniziativa dell’impresa Pandini, che aveva donato il recupero alla città, in collaborazione con il Comune.

Alla cannoniera si accede dalle Mura, dallo spalto di San Giovanni; da qui al primo piano del sotterraneo esiste un dislivello di dieci metri che si supera grazie a una scala in ferro. È poi possibile scendere ulteriormente per arrivare allo sbocco.

Il vero problema del ripristino della cannoniera era rappresentato dalla grande quantità di terriccio (alla fine furono estratti mille e ottocento metri cubi di terra, materiale di riporto gettato nei vani sotterranei a causa dei diversi lavori fatti sul viale delle Mura) che aveva occupato tutto l’antico vano.

L’impresa Pandini insieme ai tecnici del Comune iniziò uno scavo delicato e attento per non andare a intaccare delle strutture originali. Inoltrandosi nel sottosuolo sono tornati alla luce man mano gli elementi di architettura militare realizzati dagli ingegneri di Venezia (...)

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Commenti
Tizy e Daddy

un ennesimo scempio alla città. ce n'era bisogno? vergogna!!!!!!

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