Dopo il disastro: se solo l'Italia prendesse esempio dalla gente di Ardesio...
Il paese investito da fango e acqua per il cedimento di un canale si è rimesso subito in piedi. E intanto il Comune conta i danni
di Paolo Aresi
La strada provinciale è stata riaperta a tempo di record, subito il giorno dopo. La strada soprastante, la via Monte Secco, investita in maniera massiccia da acqua e detriti mercoledì 5 aprile, è stata rimessa in funzione giovedì 13 con senso unico alternato. È la strada che dal fondovalle sale alle piccole frazioni di Cerete e Cacciamali (quest’ultima abitata soltanto in estate e nei fine settimana), sebbene con semaforo che regola i flussi in salita e in discesa. È stato fatto tutto presto e bene.
Ardesio lavora per mettersi alle spalle la grande paura dopo il cedimento di un tratto del canale che porta acqua alle condotte che scendono alla centrale idroelettrica di Ludrigno.
Grande paura e tanti danni, ma nessun danno alle persone, come per miracolo. Dice il sindaco, Yvan Caccia: «Sulle ragioni del cedimento non ci sono novità, tecnici e periti valuteranno quello che è accaduto e daranno una risposta. Noi abbiamo aperto il sinistro con i nostri assicuratori. Da giovedì 13 aprile è in funzione uno sportello per raccogliere le testimonianze e le richieste dei cittadini, anche in ordine alle denunce dei danni e alla domanda di rimborsi. Faremo la conta precisa dei danni».
Il canale che ha ceduto per un tratto lungo circa due metri e alto un metro, ha rovesciato sulle case e strade sottostanti circa 15 mila metri cubi di acqua. Bisogna considerare che la condotta prende l’acqua dal Serio nella località Pranzera di Gromo e si snoda per oltre quattro chilometri mantenendo la quota fino a trovarsi sopra la centrale idroelettrica di Ludrigno, frazione di Ardesio.
A quel punto viene incanalata in una condotta forzata che (...)