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Dopo le critiche, Trenord replica ai pendolari: «Trasportiamo il 40% dei passeggeri pre-Covid»

Il direttore della comunicazione Garavaglia ha presentato ai clienti quelli che sarebbero «i veri numeri». Ma sui social fioccano le risposte dei pendolari

Dopo le critiche, Trenord replica ai pendolari: «Trasportiamo il 40% dei passeggeri pre-Covid»
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Dopo la valanga di critiche che nelle ultime settimane ha travolto Trenord e i vertici di Regione Lombardia, in primis l’assessore Claudia Maria Terzi della quale i pendolari chiedevano le dimissioni, la società ha deciso di passare al contrattacco. Come riporta l’Agenzia Dire, il direttore della comunicazione e delle relazioni esterne di Trenord Paolo Garavaglia, attraverso una lunga lettera inviata ai clienti, ha presentato quelli che sarebbero «i veri numeri» dell'azienda.

Nella lettera si dice che oggi i viaggiatori giornalieri che si spostano con Trenord, «raggiungono a stento i 375 mila, ben lontani dagli 800 mila pre-Covid» e che l'offerta, «che soddisfa ampliamente la domanda», si compone di circa 2 mila treni e oltre 950 mila sedili “circolanti”. Non risulterebbero criticità neppure sul fronte degli assembramenti, visto che nessun mezzo è mai stato riempito oltre «il livello dell’80 per cento prescritto dalle disposizioni ante-Covid». Oggi Trenord «fa circolare un numero di treni che senza la limitazione all'80 per cento della capacità sarebbe in grado di trasportare lo stesso numero di passeggeri pre-Covid, mentre ne trasporta circa il 40 per cento».

«L'offerta di Trenord, a causa dei contagi, è stata ridotta del 12 per cento durante le festività natalizie – aggiunge Garavaglia - e del 10 per cento durante il mese di gennaio. I più disinformati hanno scritto che in nessun'altra regione le corse sono state ridotte come in Lombardia: niente di più falso». A suo dire in Emilia Romagna le corse sono state ridotte del 9 per cento, in Liguria del 17 per cento, in Piemonte dell’11 per cento e in Veneto del 12 per cento; tassi in linea con quelli della nostra regione. Solo in Lombardia, inoltre, «Trenord effettua il 32,4% dell'intera produzione ferroviaria nazionale».

Secondo Paolo Garavaglia non sarebbe sostenibile neanche il ritorno ai livelli del 2018, quando circolavano oltre 2.300 al giorno. Un così elevato numero di mezzi «non consente di garantire un servizio di qualità adeguata. In Lombardia le infrastrutture sono sature e i binari non possono reggere tanto traffico ferroviario».

«Nel 2018 solo il 78 per cento dei treni arrivò puntuale – continua il direttore della comunicazione -. Nel 2019 furono l'80 per cento; nel 2021 l'84 per cento. Le soppressioni sono passate da una media di 102 al giorno del 2018 a 63 del 2021, di cui soltanto 26 per cause attribuibili a Trenord». In merito al rinnovamento del parco mezzi previsto dal Pirellone, negli ultimi due anni sono entrati in servizio i primi 39 treni dei 222 acquistati dalla Regione, quest’anno ne dovrebbero arrivare altri 57 ed entro il 2024 gli altri 126. Si tratta «del più grande programma di rinnovo mai realizzato, che richiede tempo per essere completato, anche per quanto riguarda il personale – conclude Garavaglia -. Abbiamo già abilitato più di 1.300 macchinisti e capitreno alla conduzione dei nuovi Caravaggio e Donizetti e altri 900 saranno formati nel 2022».

Le risposte dei pendolari alla lettera inviata dalla società non sono tardate ad arrivare. Sul gruppo Facebook “Pendolari Trenord” si sono moltiplicati i messaggi e i commenti che definiscono «una vergogna» il documento. «Ci manca solo che chiedano l’applauso – scrive un utente -. Regione Lombardia e Trenord sono senza ritegno». «Vanno avanti a cantarsela e suonarsela da soli – scrive un’altra pendolare -. È proprio qui l'errore. Questa supponenza, questo delirio di onnipotenza derivante dall'appoggio incondizionato della politica regionale».

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