L'abbattimento

Ecomostro tra Bergamo e Azzano, addio: così crollano 100 miliardi (di lire) buttati via

Il ministero delle Finanze voleva farne una sua cittadella, poi cambiò idea. E il mega complesso è rimasto lì per 30 anni abbandonato

Ecomostro tra Bergamo e Azzano, addio: così crollano 100 miliardi (di lire) buttati via
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di Wainer Preda

Una grande pinza meccanica azzanna il cemento e lo sgretola come fosse biscotto. È montata su un braccio idraulico giallo limone. E non ha alcuna pietà per i murales colorati impressi sul muro di cinta che crollano sotto i suoi colpi. Poi toccherà al corpo centrale. Una sorta di fortezza, di cinque piani nel punto più alto. Abbandonata. Alle porte di Bergamo, sul confine con Azzano.

Il ministero delle Finanze voleva farne un centro servizi. Un ciclopico archivio per ospitare i modelli 730 e 740 cartacei dell’intera Lombardia. Correva il 1988 quando il Fisco annunciò il progetto. Aprì il cantiere per costruire una cittadella faraonica, 127 mila metri cubi, su un’area di 30 mila metri quadrati. Blindata. Antintrusione. Ci dovevano andare a lavorare novecento funzionari che non arrivarono mai.

I lavori erano stati abbandonati nel 1994. Letteralmente azzoppati dalla digitalizzazione, peraltro già in corso da tempo, che aveva reso obsoleto quel mega insediamento che ora stava in un computer. Nel frattempo se n’erano andati quasi cento miliardi di lire. Denaro pubblico, beninteso. Eppure sull’enorme sperpero non è mai stata aperta inchiesta alcuna. Nessuna responsabilità.

Monumento allo spreco

Quell’edificio fantasma è rimasto lì per trent’anni. A marcire. Un monumento allo spreco, d’italica consuetudine. All’interno i graffitari si sono sbizzarriti. Non una parete rimasta intonsa. Insieme ai segni inequivocabili di disperati alla ricerca di un tetto, seppur pericolante, da mettersi sulla testa.

Intatte solo le colonne fra un piano e l’altro. Il resto, un rudere fantasma, dai pavimenti divelti, saccheggiato, completamente depredato (si sono portati via tutto: scrivanie, sedie, frigoriferi, armadi e armadietti in ferro, persino cavi elettrici da rivendere), senza porte e finestre. Con gli ingressi dei vani scale come castelli delle streghe di un luna park: circondati da volti deformi, disegni inquietanti e minacciose scritte cubitali. E le scale (...)

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Commenti
Francesco Giuseppe

Ci vorrebbe qualcuno con gli attributi che denunci chi ha voluto l'opera, per danno erariale e magari, rimborsi lo stato, cioè noi.

gianluigi

Perché, è una novità, che in questo paese ( italia ) si butti denaro nel cesso???? Direi che è una consuetudine.

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