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Epatiti acute, il primario del Papa Giovanni tranquillizza: «Attenzione sì, ma allarme ingiustificato»

Il dott. Di Giorgio, interpellato dall'Adnkronos, spiega anche che il bambino di 11 anni sottoposto a trapianto di fegato è da considerarsi guarito

Epatiti acute, il primario del Papa Giovanni tranquillizza: «Attenzione sì, ma allarme ingiustificato»
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C’è attenzione da parte della comunità scientifica, ma al momento un eventuale allarme pare ingiustificato. Il numero di epatiti acute diagnosticate nei pazienti pediatrici da inizio anno in Italia non mostrerebbe alcun «incremento anomalo di casi come, invece, si è registrato nel Regno Unito».

A dichiararlo all’Adnkronos Salute è stato Angelo Di Giorgio, pediatra del Centro epatologia e trapianti pediatrici dell'ospedale Papa Giovanni XXII, oltre che coordinatore dell'Area fegato-pancreas della Società italiana di gastroenterologia epatologia e nutrizione pediatrica (Sigenp). Secondo il dottor Di Giogio per ora in Italia non si assisterebbe al fenomeno osservato in Gran Bretagna: secondo un monitoraggio lanciato dal Sigenp da gennaio 2022 in Italia sono 17 i casi di epatite acuta ad eziologia sconosciuta e solo 7 pazienti hanno meno di sei anni, dati congrui con il triennio precedente (dal 2019 al 2021).

Il pediatra del Papa Giovanni ha anche rassicurato circa le condizioni di salute del bambino di 11 anni ricoverato a Bergamo, per il quale era stato necessario un trapianto di fegato: «Lo consideriamo guarito - ha detto -. Il trapianto rappresenta un'opzione terapeutica che porta alla guarigione: queste epatiti non ritornano dopo il trapianto, lo sappiamo di certo». Secondo le statistiche riferite dal dottore, a Bergamo, dai tre ai cinque bambini all’anno affronterebbero un trapianto perché affetti da forme di epatite a eziologia sconosciuta.

Al Papa Giovanni XXIII era stata ricoverata anche una bambina più piccola, di 6 anni, che però ha superato l’epatite grazie alle sole terapie mediche, senza che fosse necessario un trapianto, come fortunatamente accade nella maggioranza dei casi.

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