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«Gravi criticità al carcere di Bergamo»: interrogazione al Ministero della Giustizia

Sovraffollamento, carenza di personale di Polizia, aggressioni: tanti problemi noti da tempo. Ora il senatore del Pd Misiani chiede provvedimenti

«Gravi criticità al carcere di Bergamo»: interrogazione al Ministero della Giustizia
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Nulla di nuovo, ma almeno finalmente la politica prova a fare qualcosa. Oggi (martedì 27 giugno), il senatore bergamasco del Pd Antonio Misiani ha depositato un'interrogazione al Ministero della Giustizia nella quale chiede «quali iniziative intenda assumere e in quali tempi per affrontare le gravi criticità della Casa circondariale di Bergamo».

Il preoccupante sovraffollamento

Come riportiamo da tempo nelle nostre pagine virtuali, infatti, il carcere di via Gleno è uno dei più sovraffollati d'Italia e lo sottolinea anche Misiani nella sua interrogazione: «Secondo i dati del Ministero della Giustizia, al 31 maggio 2023 la Casa Circondariale di Bergamo ospitava 542 detenuti, a fronte di una capienza regolamentare di 319 unità. L’indice di affollamento era pari a 169,91, a fronte di una media nazionale di 111,88. L’istituto bergamasco si collocava all’ottavo posto per indice di affollamento tra i 190 Istituti penitenziari italiani».

Il senatore dem fa poi una "fotografia" dei detenuti in via Gleno: «Le donne ospitate erano 41 (7,56 per cento del totale), gli stranieri 267 (49,26 per cento); secondo i dati dell’Osservatorio sulle condizioni di detenzione, resi noti a fine maggio 2023 dall’associazione Antigone, nell’istituto di Bergamo al momento della visita dell’associazione i detenuti tossicodipendenti erano 300 (56,71 per cento del totale)».

Antonio Misiani

La carenza di personale di Polizia

Il sovraffollamento, però, non è l'unico problema. C'è anche quello, assai grave se sommato al precedente, della «ormai cronica carenza di personale della Polizia Penitenziaria: gli agenti dovrebbero essere circa trecento, mentre al momento della visita di Antigone erano 187, con un rapporto detenuti/agenti pari a 2,83, il sesto più alto d’Italia e il secondo in Lombardia». E poi: «Nella casa circondariale sono presenti 3 educatori, con un rapporto detenuti/educatori pari a 176,33, il quarto più elevato tra gli istituti visitati dall’associazione Antigone; sempre secondo i dati resi noti da Antigone, i detenuti ospitati nella struttura bergamasca che lavorano in carcere sono il 19,85 per cento del totale; coloro che lavorano per datori esterni il 3,97 per cento. Sono coinvolti in percorsi scolastici il 28,36 per cento del totale degli ospiti».

I precedenti appelli, caduti nel vuoto

Il carcere di Bergamo

Misiani ricorda infine come «nel gennaio scorso la Garante dei detenuti di Bergamo, Valentina Lanfranchi, ha indirizzato una lettera al Ministro della Giustizia, segnalando le gravi problematiche della struttura bergamasca, sollecitando la necessità urgente di interventi per affrontarle. Nella lettera sono riportare anche le testimonianze di alcuni reclusi, che raccontano la difficile quotidianità della struttura bergamasca; nel marzo scorso alcuni sindacati della polizia penitenziaria hanno denunciato numerose aggressioni ai danni degli agenti della struttura bergamasca».

Tutte cose note, ovviamente. Ma di cui finora nessuno si era mai occupato. Speriamo ora che attraverso l'interessamento di Misiani qualcosa possa muoversi e la situazione in via Gleno possa migliorare.

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