I turisti a Bergamo sono cresciuti di almeno venti volte. Diamogli almeno i bagni!
Le guide segnalano la mancanza di servizi a fronte del boom di presenze. «Non c’è nemmeno un assessore dedicato»
di Angela Clerici
«Il turismo a Bergamo? Si è moltiplicato per venti. Se nel 2010 avevamo un turista, oggi ne abbiamo venti. Non sto scherzando, faccio la guida turistica da tanti anni». Barbara Savà parla in una pausa del suo lavoro, tra un gruppo di turisti e l’altro. Siamo in primavera e la stagione delle visite a Bergamo sta raggiungendo il suo massimo: come tutte le città storiche, anche Bergamo viene visitata dai flussi più intensi soprattutto nelle stagioni miti, primavera e autunno.
Tanti visitatori in più, tantissimi. E le strutture?
«Sono sempre le stesse. Sono cambiati solamente i bed & breakfast, che prima erano una rarità e adesso abbondano. Ma per il resto è tutto uguale: parcheggi, strade, funicolare. Ci sarà il costoso Parking Fara... ma non mi pare sia adatto ai pullman dei gruppi. Il fatto è che, se non si adeguano l’organizzazione della città e le strutture, allora poi si rischia il caos».
Tanti visitatori significano tanti soldi.
«Se si provvede a una buona organizzazione sì, il vantaggio economico può essere importante. Ma a Bergamo non abbiamo nemmeno un assessorato al Turismo! Bisogna riconsiderare tante cose, a cominciare dall’accesso alla città fatto con i pullman. In generale, i bus turistici lasciano i viaggiatori in tre punti: davanti alla sede de L’Eco di Bergamo, in viale Papa Giovanni; vicino al Caffè del Viale di viale Vittorio Emanuele); al civico 34, sull’altra carreggiata di fronte allo stesso caffè. Ma potrebbero fermare ovunque si trovi una fermata di pullman di linea. Soltanto che i vigili spesso non lo sanno e ne nascono dei battibecchi. Gli autobus vengono poi portati al parcheggio di fronte ai vecchi Magazzini Generali, in via Rovelli, ma qui non c’è nessuna attrezzatura, né un caffè, né una doccia, né un bagno per gli autisti. Qualcuno va a parcheggiare in via Spino, ma la situazione non cambia».
Come ve la cavate con i servizi essenziali? I bagni, per esempio.
«I bagni sono un aspetto importante, danno il senso del grado di civiltà di un luogo. Bisogna considerare che la maggior parte dei visitatori dei gruppi resta a Bergamo per mezza giornata. Quando sono in arrivo, noi raccomandiamo di fare una sosta in autogrill per la toilette, perché qui da noi la situazione è un disastro. In città bassa abbiamo i bagni all’Urban Center, che sono terribili e sono pochi. Poi abbiamo quelli nuovissimi di Porta Nuova, che però sono soltanto due. Lei si immagina (...)
Ma come... qui a legaioliland sempre impegnati a diffamare la giunta Gori e poi si scopre che finalmente a Bergamo arrivano i turisti?
Dalla valanga di turisti ci guadagnano i ristoratori. Bergamo alta é diventata un lunapark invivibile ai residenti. Ci pensino i ristoratori, baristi, ecc a mettere a disposizione dei locali decenti.
Turistificazione del centro storico, cacciata dei residenti non ricchi(ssimi), sovraffollamento nei weekend, poi si punta al turismo "premium" alzando ancora i prezzi. Forse sarebbe ora di ripensare a che cosa si vuole dal turismo. Per me la spirale naturale porterà alla fine del turismo stesso.
Io ho visitato numerose città europee appoggiandomi ai tour operator e non ho mai trovato bagni pubblici in prossimità dei punti di arrivo dei pullman turistici. Riconosco però che può essere un problema.
I bagni sono invasi dai senzatetto, immaginate lo schifo...meglio utilizzare quelli dei locali (che in città alta non tutti hanno!), magari con un contributo comunale a chi lo permette.