Il 3 settembre la presentazione di Piazza Vecchia verde (a Parigi). Ma c'è già chi la critica
Si tratta di un'idea della paesaggista Catherine Mosbach, che non convince perché «non lo capisco. Sembra un vivaio» (dice qualcuno sui social)
Verrà presentata domani, martedì 3 settembre, all'Istituto Italiano di Cultura a Parigi il progetto per Piazza Vecchia verde in occasione dell'edizione 2024 del Landscape Festival, organizzato dall'associazione Arketipos dal 6 al 22 settembre a Bergamo.
L'allestimento di quest'anno è firmato dalla architetto e paesaggista Catherine Mosbach, che interverrà nella capitale francese insieme anche all'assessore alla Transizione ecologica, ambiente e verde del Comune di Bergamo Oriana Ruzzini, al presidente di Arketipos Vittorio Rodeschini e a Leandro Ventura, direttore dell'Istituto Centrale per il Patrimonio Immateriale. A fare gli onori di casa, Antonio Calbi, direttore dell'Istituto Italiano di Cultura di Parigi.
L'artista
Il progetto di Mosbach, rinomata paesaggista parigina fondatrice dello studio di design Mosbach Paysagistes, oltre che della rivista Pages Paysages, si ispira al tema centrale di questa edizione, ovvero Facing the crisis con l'intenzione di far riflettere sul valore sociale ed etico della progettazione paesaggistica nell'attuale contesto di crisi profonde che stanno alterando il Pianeta.
Il via è quindi previsto per il 6 settembre, ma già in questi primi giorni del mese in Piazza Vecchia sono iniziate a comparire alcune parti dell'istallazione. Dopo il flop totale dell'installazione del 2023 con la piramide verde che ha rischiato anche di danneggiare seriamente la pavimentazione storica, neanche il progetto di quest'anno però sembra convincere il pubblico.
Le critiche
A scagliare la prima pietra è stato l'architetto, residente in Città Alta, Giovanni Ginoulhiac, che in un post Facebook ha scritto: «L'installazione di quest'anno: almeno per ora, povertà creativa imbarazzante. Sembra un'esposizione florovivaistica che, come spesso è capitato in altre occasioni, nulla dona alla piazza storica, ma anzi ne ammazza l’'rmonia, nota ed apprezzata in tutto il mondo».
Il render
Come è ora
I commenti si alternano tra quelli di chi crede che non sia poi così male, chi sollecita ad attendere e giudicare il tutto solo a lavori finiti e chi invece (e sono i più) proprio non riesce a concepire una Città Alta decorata in questo modo, tanto da arrivare a chiedere in modo provocatorio: «Ma almeno vendono i bulbi come gli olandesi della fiera Mercatanti?».
Molti concordano nell'essere delusi e nel trovare "scomoda" questa installazione: «Non la capisco. Inoltre, intralcia chi passeggia perché questi sottovasi contenenti questi mix di piantine, sono bassi e non è definito un percorso. Da alcuni anni questa manifestazione è sempre più deludente«.
Il significato
Attualmente, per chi si trovi a passeggiare per Città Alta, la sensazione è effettivamente quella di trovarsi in una sorta di serra a cielo aperto. In realtà, la disposizione di ciascuna pianta o arbusto è stata attentamente pensata e valutata.
Catherine Mosbach, nel suo progetto, ha paragonato «la geometria a losanghe di Piazza Vecchia al terreno arso dalla siccità che si riempie di fenditure per rilanciare un messaggio ottimistico. Un pavimento minerale, materico, apparentemente sterile, inanimato e sottomesso alla desertificazione degli eventi catastrofici o bellici, caratterizzato tuttavia da preziose fenditure nelle quali riescono a ripararsi i semi di una nuova vita, così da far ripartire la vegetazione pioniera».
A completare l'istallazione, circa sessanta piante d'alto fusto inserite in mastelli di colore bianco, la stessa cromia scelta anche per i contenitori delle piante di piccole dimensioni e per gli arredi e le sedute della piazza, per rafforzare ulteriormente la dimensione concettuale ed evocativa di questa installazione.
Sarà quindi bene aspettare il 6 settembre per vedere se la Piazza, una volta completata l'installazione, saprà effettivamente veicolare questi messaggi.
Ieri tutti magistrati, oggi architetti, domani allenatori dell'atalanta
Se l architetto francese con tutto ciò che ha speso a studiare è questo il risultato. ...ghe conve a cambia mester. Rivogliamo i Michelangelo e i Da Vinci. Poi basta tavolini ovunque..aceto rotto le pallllllleeeee
Penso che non sia obbligatorio dover annualmente occupare la nostra bella e nobile Piazza Vecchia con obrobri indecifrabili di presunte opere artistiche green. Non sarebbe meglio ripristare il verde e le piante tagliate lungo le Mura Venete e nei vari parchi e aiuole di Bergamo?
Ritengo che questa piazza sia bella com’è, anche se fin troppo invasa da tavolini vari. Queste fantasiose interpretazioni architettoniche alterano e stridono con la storia di questa piazza. Suggerirei all’Amministrazione comunale di spendere soldi per guarire le piante delle mura che conferiscono un aspetto caratteristico quando sono lussureggianti. Ora si presentano come fosse il mese dì novembre. Oppure riattivare per qualche ora, anche solo nel mese di agosto, i fari che illuminavano torri e campanili, mostrando al buio Bergamo alta anche a chi arriva in aeroporto da altri paesi. Oppure manutentare scalette e stradette che dalla città bassa permettono di salire sui colli offrendo scorci e panorami unici. Ciotole bianche e piante posticce non danno nulla in più di quanto per architettura, storia e morfologia non abbia già Bergamo per sua fortuna. Grazie
Concordo con il parere dell'Architetto Ginoulhiac e mi chiedo che bisogno c'è di ingombrare Piazza Vecchia in questo modo. Ricordo la realizzazione dello scorso anno come inguardabile. Saluti.