Il maxi cantiere

Il grande sforzo della famiglia Bosatelli per salvare Chorus Life, l'utopia del Cavaliere

La famiglia ha “iniettato” 75 milioni di euro per portare a termine il sogno del padre Domenico. Il costo lievitato da 200 a 400 milioni

Il grande sforzo della famiglia Bosatelli per salvare Chorus Life, l'utopia del Cavaliere
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di Andrea Rossetti

Il compianto Domenico Bosatelli, nell’ormai lontano 2017, definì Chorus Life «un’utopia che prende vita». Praticamente un ossimoro, se si considera che il termine “utopia” rappresenta «un’aspirazione che non può avere attuazione» (Treccani). Ma la forza del Cavaliere stava proprio in questo: «Puntare tre chilometri sopra l’ultima stella».

Una visione affascinante, coinvolgente, ma che ben spiega anche le difficoltà di un’opera ambiziosa e avveniristica come Chorus Life, il cui cantiere procede ormai da sei anni e che nel tempo ha dovuto affrontare costantemente nuovi problemi.

La speranza: finire entro l’anno

La pandemia prima, la carenza di materiali e le guerre, con la conseguente inflazione, poi. Macigni che hanno comportato un continuo rinvio del traguardo finale: inizialmente fissato alla primavera del 2022, era stato poi spostato all’autunno di quell’anno e successivamente alla primavera 2023.

Un anno fa, la deadline venne ancora traslata in avanti: inaugurazione dell’Arena a fine 2023, dell’intero quartiere nella primavera 2024. Oggi è evidente che le cose non andranno così. Saggiamente, dal maxi cantiere tra via Bianzana e via Serassi non vengono più fissate tempistiche.

Informalmente, si dice che la speranza è di concludere i lavori per la fine dell’anno, ma questo lascia intendere che più probabilmente si andrà al 2025. Ai suddetti problemi, infatti, negli ultimi mesi se sono aggiunti altri di tipo finanziario e gestionale, tutt’altro che secondari.

Un progetto da salvare

Tra la fine del 2023 e l’inizio di quest’anno, la struttura societaria che regge Chorus Life è stata rivoluzionata: Polifin, holding industriale della famiglia Bosatelli, ha acquisito il cento per cento di Costim (in precedenza era al sessanta) - realtà che si sta occupando della costruzione del nuovo quartiere - e che a sua volta diventa azionista unica anche di Impresa Percassi (prima era all’ottanta per cento). Attraverso questa operazione, in sostanza la famiglia Bosatelli ha “iniettato” 75 milioni di euro in Costim, ovvero in Chorus Life (...)

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Commenti
Marcello

Io non so che il progetto è fallito, io dico che per me andrà a finire così e ho pure detto perché sono convinto di questo. Non ho mai frequentato bar sport di nessun genere, ma un progetto in ballo da più di 5 anni, che ne ha già accumulato almeno 2 di ritardo, in cui la famiglia Bosatelli deve iniettare soldi da sola perché non trova nessun altro disposto a metterceli, qualche dubbio non ve lo fa venire a voi, ottimisti di professione?

Angelo Severgnini

La logica di Chorus Life è innovativa, non si tratta di affitti tradizionali, ma di canoni omnicomprensivi di tutte le utenze e i servizi collegati. Quando i lavori saranno conclusi, con l'arena attiva e tutte le attività commerciali funzionanti, da abitante di Redona, confido che tutto il quartiere ne trarrà beneficio. Il disfattismo qualunquista all'italiana è un classico...

Mariano Giusti

Grazie Marcello che dalla sua esperienza pluridecennale di bar sport sa già che il progetto è fallito prima ancora che apra

Egidio

è il classico passo più lungo della gamba,considerando la collocazione in città,non siamo a milano a city life,non ci sono soggetti che possono spendere cifre così importanti per abitare a Bergamo.

Marcello

Progetto utopistico, e come tale molto probabilmente destinato al naufragio. Mi spiace solo per l'area, che poteva avere miglior sorte.

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