La patata bollente

Il parcheggio alla Fara non sarà pronto a ottobre: l’apertura slitta al 2024

Lavori in ritardo, come segnalato anche dal comitato Noparkingfara. Bandita la gara per gli impianti tecnologici

Il parcheggio alla Fara non sarà pronto a ottobre: l’apertura slitta al 2024
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L’abbiamo ribadito più volte: anche in Comune di questo parcheggio della Fara non ne possono più, pare. Dicono che lo considerano una maledizione che è stata scatenata all’alba del Duemila dall’Amministrazione Veneziani e che da quasi vent’anni perseguita Palazzo Frizzoni. Una patata bollente, insomma.

Ora sembrava che la luce in fondo al tunnel dovesse arrivare a fine ottobre. Almeno per l’apertura della struttura. Ma un post con foto del comitato Noparkingfara ha fatto notare che non sembra proprio che i lavori siano in dirittura d’arrivo, ecco.

Salta fuori così che di apertura ad ottobre non se ne parla, come racconta oggi L’Eco di Bergamo. I lavori sono in ritardo. Poi c’è quella brutta storia del rischio di ricevere un cartellino rosso dall’Unesco, ma in quel caso i margini di manovra sembrano esserci ancora: l’iter di esclusione dal club dei patrimoni dell’umanità è lungo e ponderato.

Apertura a inizio 2024

Per l’apertura del parcheggio, comunque, se ne dovrebbe riparlare a inizio 2024. Sempre che non emergano nuove problematiche. I lavori della Iozzino di Angri, all’opera da febbraio 2022, prevedono entro fine luglio la realizzazione dei tre piani della struttura che circondano la gru, che rimarrà lì: serve per trasportare la terra che andrà a coprire il manufatto, che alla fine sarà coperto da un bosco urbano, ma senza la costosa passerella (due milioni di euro) dell’archistar Joao Nunes, come da tempo annunciato.

Il termine dei lavori con i collaudi è previsto verso la fine dell’anno. Nel frattempo Bergamo Parcheggi ha bandito la gara per gli impianti tecnologici. La scadenza è per fine aprile e i lavori dovrebbero partire a giugno. Ma con i bandi, gli slittamenti sono dietro l’angolo.

Il capitolo Unesco

È poi in corso lo studio per valutare gli effetti del parcheggio della Fara sul patrimonio Unesco, affidato nei mesi scorsi da Palafrizzoni all’Università di Firenze. Ma è una procedura che si basa su un confronto con il ministero, unico soggetto autorizzato al confronto con Unesco.

L’Unesco si avvale della partnership tecnica di Icomos, il Consiglio internazionale dei monumenti e dei siti, organizzazione non governativa. A settembre si terrà la 46ª sessione a Parigi e si parlerà anche di Bergamo, alla luce del parcheggio della Fara. Se, nel peggiore dei casi, Bergamo finisse nella lista dei beni in pericolo, c’è comunque tempo per capire se, e come, si può rimediare allo "sfregio".

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