Adesso chi lo finisce?

La maledizione del Parking Fara: vuoi vedere che dovrà accollarselo il Comune?

L’Anac chiede un nuovo appalto, ma la Bergamo Parcheggi ha fatto altre scelte. C’è il rischio che Palafrizzoni debba concludere i lavori a sue spese.

La maledizione del Parking Fara: vuoi vedere che dovrà accollarselo il Comune?
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di Paolo Aresi

I bene informati dicono che in Comune di questo parcheggio della Fara non ne possono più. Dicono che lo considerano una maledizione che è stata scatenata all’alba del Duemila dall’amministrazione Veneziani e che da quasi vent’anni perseguita Palafrizzoni. Senza eccezioni. Da Bruni a Tentorio a Gori. Una patata bollente, un petardo di quelli grossi con la miccia accesa. E mentre nei corridoi del palazzo qualcuno mormora «Non ne posso più di questo c... di parcheggio», l’intera, intricata vicenda si avvicina tuttavia a soluzione. L’Autorità anticorruzione, Anac, era stata già piuttosto chiara nella lettera inviata al Comune di Bergamo quasi un anno fa, lettera spedita anche dopo un intervento del Movimento Cinque Stelle. A quella lettera sono seguiti incontri e chiarimenti e l’ultimo è arrivato nei giorni scorsi quando Anac, nel caso ce ne fosse bisogno, ha ribadito che il cantiere del parcheggio della Fara potrà ripartire in forma corretta solamente se si farà una nuova gara di appalto per l’allestimento (l’impresa Collini, dopo avere completato lo scavo, aveva rinunciato all’incarico).

Che cosa ne facciamo?

Una vicenda complessa dove i problemi amministrativi e di incarico alle imprese si sono sovrapposti alle proteste che per anni diverse associazioni hanno portato avanti. Non per ragioni di protocollo, ma per motivi ambientali. Ancora nel maggio scorso, in questa fase di stallo dei lavori che si trascinano da quindici anni, alcune associazioni si sono rivolte all’amministrazione comunale con una lettera nella quale si chiedeva di rivedere l’intero progetto. Non per farne un parco avventura, naturalmente. E nemmeno un terreno di gioco per baby speleologi. Spiega la presidente di Italia Nostra, Paola Morgandi: «Dal 2005 sosteniamo che questo parcheggio non va bene, a cominciare dalla prima convenzione con la Bergamo Parcheggi, che non rispettava diversi punti del piano particolareggiato di Città Alta. Comunque adesso il mostro c’è e ce lo teniamo. Soltanto noi diciamo: facciamone un parcheggio per i residenti. In questo modo faremo sparire tutte le automobili da piazze e piazzette di Città Alta. La libereremo. E i turisti accogliamoli, ma teniamo fuori le loro autovetture. Abbiamo presente che caos rischia di verificarsi quando oltre alle auto dei residenti arriveranno anche quelle che dovrebbero venire ospitate nel silos? Si parla di ottocento posti... tutte auto che andranno avanti e indietro da porta S. Agostino e forse da porta San Lorenzo. Io penso che la Città Alta non debba venire votata interamente al turismo, come altre località d’Italia. Penso che debba restare un luogo di residenza e magari di lavoro dove il turismo rappresenti una voce importante, ma non l’unica. Ora è il momento di cambiare la convenzione approvata dalla giunta Veneziani in quell’ultimo consiglio comunale del suo mandato. È una nuova grande occasione dopo la vicenda dei crolli. Non perdiamola, pure questa».

Chi continua i lavori?

Un appello forte, pieno di senso. Ma torniamo al “giallo amministrativo”. In pratica è successo che, dopo la rinuncia della Collini (con la quale però Bergamo Parcheggi ha in corso un contenzioso) si è creato il problema: chi continua i lavori? La seconda ditta classificata nella gara di appalto, ha rinunciato. E quindi? E quindi Bergamo Parcheggi, nel febbraio scorso, decise di affidare la continuazione dell’opera alla Rota Nodari, che era arrivata al terzo posto. La Rota Nodari è un’azienda bergamasca (di Almenno San Bartolomeo), molto seria, di grande esperienza. Ma l’Anac aveva già espresso il suo parere contrario: era necessario indire una nuova gara di appalto. Perché invece la Bergamo Parcheggi, nonostante Anac e Comune di Bergamo, ha provato la forzatura? Per risparmiare quei sei-otto mesi necessari per la nuova gara? Non sembra probabile, non se si considera che l’opera in complesso ha portato via quasi vent’anni. Dice l’assessore Marco Brembilla, responsabile dei lavori pubblici del Comune di Bergamo: «È una situazione difficile nella quale mi sto mangiando il fegato. Comunque di una cosa sono contento: almeno l’opera è in sicurezza, Quel muraglione è stato sottoposto ai test e ha superato ogni collaudo. L’opera è sicura e nessuno si è fatto male durante i lavori. Quando sono arrivato, come assessore, il cantiere era stato abbandonato dopo i crolli del 2008 e la situazione era caotica. Adesso dobbiamo affrontare quest’altra questione. In ogni caso, bisogna finire. Quando l’opera sarà completata e dall’esterno si vedrà soltanto il bellissimo giardino progettato da Joao Nunes, con tanto di passerella, dimenticheremo tutte le polemiche».

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