immigrazione

No al Centro di accoglienza straordinaria: il sindaco di Castione scrive alla Meloni

La richiesta, sottoscritta da 500 cittadini, è quella di tenere in considerazione la proporzione di un migrante ogni mille abitanti

No al Centro di accoglienza straordinaria: il sindaco di Castione scrive alla Meloni
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«Abbiamo potuto constatare quanto sia assolutamente fallimentare l'apertura di un Centro di accoglienza straordinaria (Cas), perché non integra nessuno e genera solo inutili tensioni sul territorio», sono queste le parole che Angelo Migliorati, sindaco di Castione della Presolana, ha scritto e indirizzato alla presidente del Consiglio Giorgia Meloni, nonché al Ministro degli interni Piantedosi, al Ministro della Protezione civile Musumeci, al presidente di Regione Lombardia Attilio Fontana, al prefetto di Bergamo Giuseppe Forlenza.

Il cas in arrivo

«Già nel 2015 abbiamo ospitato 100 migranti e lo scorso anno 20 profughi ucraini», ha sottolineato il sindaco, dimostrando di conoscere la situazione nei suoi risvolti più pragmatici e concreti. Lamenta quindi come i tanti anni di mancate politiche migratorie e di gestione dei flussi, il decreto dello scorso aprile porterà a Castione la nascita di un Cas. Questione sulla quale erano già nate tensioni a fine aprile, quando il primo cittadino si era lamentato per non esser stato informato che Villa Jesus era stata messa a disposizione per l'imminente locazione del fabbricato come casa accoglienza profughi.

La richiesta: «1 migrante ogni 1.000 abitanti»

Il sindaco ha spiegato che a struttura accoglierà «50 migranti su una popolazione di 3.307 abitanti». La richiesta è quella di «prevedere un parametro relativo alla capacità di accoglienza corrispondente a un migrante ogni mille abitanti, parametro che rappresenta una reale e concreta capacità di inclusione».

500 cittadini sottoscrivono

Il testo  ricalca la nota già presentata dall'Ambito distrettuale Valle Seriana e Val di Scalve ed è stato sottoscritto da cinquecento cittadini. Si tratta quindi di una richiesta che arriva da poco meno della metà del paese e di un numero ancora più alto se calcolato in proporzione alle persone che hanno le reali capacità di firmare l'adesione (basti pensare ai bambini).

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