Il taglio del nastro di Gres Art, l'ex fabbrica che diventa uno spazio di arte e intrattenimento
È il primo passo del progetto di riqualificazione urbana Gres Hub. Tremila mq con bar, giardino, coworking e soprattutto spazio espositivo. L'ingresso è libero
«Il progetto di Bergamo e Brescia Capitale della Cultura nasce dall’idea che la cultura possa essere la chiave giusta per il rilancio di questo territorio. Abbiamo pensato al 2023 come a un’occasione per progettare pezzi di futuro del territorio, mettendo al centro il tema dell’innovazione: Gres Art va proprio in questa direzione»: con queste parole il sindaco di Bergamo, Giorgio Gori, ha metaforicamente (dopo averlo fatto anche fisicamente) tagliato il nastro di Gres Art.
L'inaugurazione di questa grande area ex industriale di oltre tremila mq (situata tra via San Bernardino e la SS 671) è avvenuta la mattina di oggi, martedì 7 novembre, alla presenza, oltre che del primo cittadino, anche di Carlo Pesenti, consigliere delegato di Italmobiliare - proprietaria dello spazio - e presidente della Fondazione Pesenti, e di Roberto Pesenti, figlio di Carlo, membro del Cda di Italmobiliare e persona che ha seguito in ogni dettaglio la nascita di Gres Art.
Cos'è (e com'è) Gres Art
In concreto, come hanno spiegato i Pesenti, questo grande spazio vuole imporsi come nuovo luogo d'incontro della città. Per i visitatori ovviamente - tant'è che l'ingresso è libero -, ma anche per diversi mondi: quelli del lavoro, dell'intrattenimento, dell'arte e della cultura. Come ha spiegato Francesca Acquati, general manager di Gres Art, «qui si terranno mostre, incontri, concerti, performance, laboratori. Il tutto per l'intento di coniugare bellezza e impatto sociale, sviluppando modelli sostenibili che promuovano il benessere della comunità, anche attraverso una programmazione multidisciplinare, accessibile e inclusiva».
foto Michele Nastasi
foto Marco Pesenti
foto Marco Pesenti
foto Marco Pesenti
foto Michele Nastasi
Gres Art, dunque, diventa un luogo artistico in più in città, che si affianca a quelli già esistenti (come la Gamec, o Daste e Spalenga). Ma, soprattutto, rappresenta il primo passo di un progetto molto più grande, ovvero Gres Hub: un nuovo "quartiere" della città grande ben sessantamila mq e posizionato tra la statale 671 e l'Università. Un esempio - o almeno questo è l'intento dei progettisti - di «ricucitura urbana che ha la missione di ridare vita a una porzione di città dismessa da anni, restituendola all’uso pubblico. Luogo di lavoro, di studio, di ricerca e di accoglienza, laboratorio residenziale e professionale».
L'inaugurazione di Gres Art
Giorgio Gori, Carlo e Roberto Pesenti e Francesca Acquati
Gli architetti Piantelli e Locatelli e gli artisti di None Collective
Questo spazio tra arte e cultura è dunque soltanto l'inizio. E a occuparsi di questo progetto di riqualificazione è stato, in primis, lo studio De8_Architetti di Mauro Piantelli, che in occasione dell'inaugurazione di oggi ha spiegato come il punto di partenza dell'operazione di recupero dello spazio sia stata la volontà di non cancellare le tracce storiche del luogo. Con una precisazione: guai a parlare di “archeologia industriale”! Qui, infatti, non c'è una conservazione tout court del passato, bensì la "nascita" di architetture contemporanee che si relazionano al contesto. La progettazione degli interni, invece, è stata affidata allo studio Locatelli Partners, che ha tratto ispirazione sia dal materiale che in questo luogo veniva prodotto (il gres, appunto), sia dal rapporto tra classici elementi urbani esterni qui portati al coperto.
La mostra SolarPunk a ingresso libero
In questo contesto, grande protagonista (come del resto si può intuire dal nome stesso dello spazio) è l'arte. Sin dall'ingresso, dove ad accogliere i visitatori sono sette silos in acciaio corten, alti dieci metri e pesanti 39 tonnellate, disegnati da Mario Nanni e realizzati e illuminati da Viabizzuno. Si tratta infatti delle strutture che, in occasione di Expo 2015, hanno abitato il centro di Milano, nel quartiere di Brera, e che a Gres Art diventano il simbolo di rigenerazioni e di restituzioni. All'interno dello spazio, invece, la mostra con cui parte la programmazione è SolarPunk, del collettivo artistico None Collective.
Foto Mirco Ambrosini – L’opera "The bright side of the sun"
Foto Michele Nastasi - L’opera "Solarium"
Foto Michele Nastasi – L’opera "Disastro"
Foto Michele Nastasi – Le tre opere: da sinistra: Solarium, The bright side of the sun e Disastro.
Si tratta di una mostra che proietta il pubblico in scenari futuri in cerca di un nuovo punto di vista sulle sfide del cambiamento climatico. Lo spazio si trasforma in uno spazio performativo, in un laboratorio di indagine e di costruzione di nuove possibilità per il presente e per il futuro: tre installazioni immersive transmediali propongono ai visitatori un’esperienza da sperimentare in prima persona. Tre questioni, tre domande, tre temi cruciali a cui rispondere con tre scenari, tre condizioni ipotetiche che rappresentano tre alternative possibili. La mostra sarà ufficialmente aperta al pubblico da domani (8 novembre), è a ingresso libero e sarà visitabile fino al 7 gennaio 2024.
Speriamo che questo progetto non verra' rivisto e riutilizzato come vogliono i soliti "furbi". Vorrei ricordare che anche il famosissimo Chorus Life era stato progettato per le attivita' sportive ma poi.... trasformato in teatro sociale e gestito da stranieri. Leggi il titolo del L'Eco di Bergamo seguente: Niente più palazzetto a Chorus Life, il Comune lo realizzerà al posto del Palacreberg. Un nuovo Palazzo dello Sport per la città di Bergamo, da realizzare in via Pizzo della Presolana, corredato da parcheggi, in un’area di cui lo sport è l’elemento caratterizzante, pronto tra poco più di 2 anni e che sorgerà al posto del Palacreberg: è questo il nuovo progetto dell’Amministrazione Gori, pensato - nell’ambito delle previsioni dell’Accordo di Programma del progetto Chorus Life Bergamo - con il supporto di Costim, il gruppo industriale bergamasco che sta realizzando per conto di Chorus Life S.p.A. l’ultimo sogno del compianto Domenico Bosatelli. Il nuovo progetto modifica l’Accordo di Programma sottoscritto nel 2018 tra il Comune e Costim che prevedeva, oltre alla realizzazione della grande arena quale servizio privato convenzionato per 60 giorni/anno con l’Amministrazione, la costruzione di una palestra da 500 posti, di proprietà comunale, destinata ad ospitare gli allenamenti settimanali delle principali squadre di volley e di basket, oltre che eventi agonistici minori. Per le partite di campionato le società sportive maggiori avrebbero avuto a disposizione la nuova Arena di Chorus Life, sfruttando le 60 giornate convenzionate e pagando i soli costi di utilizzo. Il nuovo accordo modifica questo quadro: la palestra da 500 posti non sarà più realizzata. Al suo posto, sempre nell’ambito delle opere di urbanizzazione di Chorus Life, verrà edificato in via Pizzo della Presolana un nuovo Palazzo dello Sport da oltre 2.500 posti, del valore di quasi 10 milioni di euro (di cui circa 2/3 a carico dell’operatore privato e circa 1/3 a carico del Comune). Sarà questa la nuova «casa» delle tante squadre impegnate in diverse attivita' sportive. A Bergamo ora si pensa esclusivamente alla "cultura", si.... ma delle patate!!!